"Mio malgrado, sono diventato il simbolo di un sistema che funziona e in cui credono tante persone. Darei la vita piuttosto che deluderle. C'è chi avrebbe interesse a smantellarlo, a dire il vero. Non escludo che qualcuno di questo territorio, mosso da interessi molto personali, possa aver strumentalmente presentato delle denunce. Anche a livello nazionale però Riace è un problema". Il sindaco di Riace, Domenico Lucano, indagato dalla Procura di Locri per truffa, concussione, abuso d'ufficio, in un'intervista a Repubblica si difende dalle accuse e contrattacca.
"Ci avviciniamo alle elezioni e i migranti e la sicurezza saranno un tema dirimente. Su Riace è stata fatta una serie tv che andrà in onda nei prossimi mesi e mostrerà che i migranti non sono un pericolo, ma una risorsa. Per alcuni sono temi scomodi", ha dichiarato il primo cittadino. Che poi ha aggiunto: "Non ho soldi, non ho proprietà, non ho beni. È mio padre a dare ogni mese qualcosa a me e mio fratello. A cosa potrebbe essere servita questa truffa? E la concussione? Riace non mi ha fatto arricchire, anzi mi ha fatto perdere qualcosa di inestimabile, la mia famiglia. Non ho nulla da nascondere".
Il sistema di accoglienza a Riace, spiega Lucano, "si basa su due strumenti, i "bonus" e le "borse lavoro", che permettono di usare in maniera diversa i 35 euro giornalieri che vengono stanziati per i migranti.
Noi abbiamo destinato questi fondi alla costruzione di progetti collaterali, un frantoio, laboratori, botteghe, che permettono di dare lavoro ai migranti anche dopo la conclusione dei progetti finanziati. Noi non facciamo accoglienza d'emergenza, i nostri sono programmi fatti per durare. E probabilmente questo spaventa", ha concluso il sindaco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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