La cooperativa sociale trattava i migranti come bestie, dando loro da mangiare polmoni e altre frattaglie di pollo, il tutto per trattenere, a detta dell’accusa, dal 50 al 70 per cento dei contributi statali. Un circolo vizioso, che andava avanti da circa un anno e al quale è stata messa la parola fine, oggi, con un blitz della Guardia di Finanza, coordinato dalla Procura di Imperia, che ha portato all’arresto quattro persone. Tre gli indagati in stato di libertà, tra cui un alto funzionario all’epoca dei fatti in servizio alla Prefettura di Imperia, oggi trasferito a Torino.
In manette sono finiti: Gianni Morra, 62 anni, residente a Cuneo, considerato il personaggio chiave dell’organizzazione criminosa; la sua compagna Manuela De Mita, 48 anni, di Asti; Guido Tabasso, 67 anni, avvocato di Torino, col ruolo di consulente e Antonella Morra, 58 anni, residente a Cuneo. Mentre per Gianni Morra, De Mita e Tabasso - considerati soci occulti della coop sociale - l’accusa è di associazione per delinquere finalizzata, a vario titolo alla truffa e alla frode e altri reati; per Antonella Morra, l’accusa in concorso è quella di autoriciclaggio.
Indagati in stato di libertà: Alessandra Lazzari, alto funzionario all’epoca dei fatti della Prefettura d’Imperia, ora trasferita a Torino ed accusata di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e due commercialisti del Torinese incaricati di tenere la gestione contabile dei soldi proventi della frode che venivano investiti in alcune società di famiglie.
Al centro delle indagini, decollate nel 2017, la cooperativa sociale Caribu, di Cuneo, che gestiva i due centri, della quale Gianni Morra, De Mita e Tabasso vengono considerati soci occulti. Gli inquirenti hanno messo in luce un giro stimato in 1,3 milioni di euro di contributi statali che erano stati intascati e riciclati, relativi alla gestione quotidiana di 120-130 migranti dei centri accoglienza di Vallecrosia e Sanremo, in provincia di Imperia.
Il sistema si basava sulla comunicazione quotidiana alla Prefettura di Imperia di un numero di ospiti, nei due centri, superiore a quello reale e sulla sovrafatturazione dei costi, mai o solo potenzialmente affrontati per erogare ai migranti i servizi previsti in base all’appalto pubblico.
La sovrafatturazione avveniva grazie all’interposizione di una serie di società di capitali, tra cui la Libra srl, di Cuneo, utilizzate per drenare dai conti della cooperativa quasi il settanta per cento dei fondi erogati dal ministero dell’Interno. In particolare, l’immobile acquistato dai due fratelli Gianni e Antonella Morra, tramite mutuo, veniva affittato alla Libra srl, sempre di proprietà degli indagati, per trentottomila euro all’anno (pari al premio annuale del mutuo), a fronte di una richiesta di rimborso alla Prefettura di quasi il triplo dell’importo, pari a novantamila euro.
"Tra i metodi per risparmiare c'era lo sfruttamento del lavoro e un trattamento inaccettabile delle condizioni fisiche e psichiche dei migranti. Il gip nella sua ordinanza dice che venivano trattate come bestie". Ad affermarlo è stato il procuratore aggiunto di Imperia, Grazia Pradella, nell'illustrare i particolari dell'indagine. E poi. "Abbiamo delle intercettazioni dove si disquisisce sul tipo di cibo da dare e viene deciso di dare polmone con varie frattaglie per ottimizzare i costi - ha aggiunto - un tipo di cibo che probabilmente le persone non danno neppure ai loro gatti. Chi provava a ribellarsi, abbiamo la prova in un'intercettazione, è stato picchiato e umiliato".
Le intercettazioni
“Polmone costa un euro, un euro e mezzo al chilo… costa niente…". Risposta: "Non pensavo lo mangiassero!". E poi. "No, no! Lo mangiano il polmone…cuore, polmone, quella roba lì…costa poco, costa meno del pollo…".
Sono questi i contenuti di una delle tante intercettazioni della Procura di Imperia, a margine dell'oerazione. La telefonata, in particolare, risalente al 29 dicembre del 2017, è quella tra Gianni Morra e la sorella Antonella.
E ancora. "Centoventi [migranti] per 30 vuol dire che fanno 3.600 euro al giorno […] per 31 giorni sono 111mila euro al mese…", afferma Gianni Morra in un'altra conversazione del 4 gennaio 2018. E aggiunge: "Bon, quindi fa già una bella cifra, eh?... Sì, diciamo che poi hai le spese per i pasti, per queste cose qua… però… Cinquan… cinquanta e cinquanta!".
C'è anche una telafonata del 29 marzo 2018 tra Gianni Morra e la fidanzata Emanuela De Mita. "... Allora eeh, sia su Ubi che su San Paolo i soldi sono già arrivati", dice Gianni e risponde la fidanzata: "Sì, girali, girali! quanti sono arrivati?". Replica Gianni: "Venticinque da una parte e venticinque dall'altra".
Quindi una telefonata del 9 febbraio 2018 tra l'avvocato Guido Tabasso e Gianni Morra. "Vanno bene?", dice Tabasso. Risposta: "…Nella riunione, io seduto e loro tutti in piedi. A un certo punto dico 'questa è una famiglia', qua e là, su e giù. Esce fuori uno con il dito puntato (riferito a un migrante, ndr) e mi dice: 'il business è tuo, guadagni te i soldi' […]. L'ho preso per i capelli, gli ho tirato un calcio nelle giunture delle gambe, si è inginocchiato da solo…". Risponde l'avvocato: "…Eeh appunto…". Ancora Morra: "… Subito, subito! Poi stava andando via questo qua e altri due un po' 'schiena', vieni un po' qua! Vai a cambiarti va! che adesso ti faccio diventare bianco, dai il bianco, ai muri!".
Il commento del ministro dell'Interno Matteo Salvini
“Arrestate quattro persone che, facendo business sulla pelle degli immigrati, si erano intascate 1,3 milioni di euro. Altro che solidarietà. Complimenti alla Guardia di Finanza e alla magistratura per l'operazione.
Tolleranza zero per i furbetti dell'accoglienza. Avanti così". Lo ha dichiarato dalla propria pagina Facebook il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che così è intervenuto sull'odierna operazione della Guardia di Finanza di Imperia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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