Il 31 marzo diremo addio allo stato d'emergenza e cambieranno le misure che riguardano green pass, quarantene e mascherine. La pandemia, però, è viva e vegeta e lo dimostrano i numeri quotidiani sui nuovi contagi Covid-19 nazionali e regionali. Ecco perché non dobbiamo illuderci che tutto sia finito dal 1° aprile: dovremo riabituarci a nuova quotidianità e, se necessario, tornare a misure restrittive. Lo ha detto chiaramente il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, in un'intervista rilasciata a Repubblica: "Il percorso di rilascio è fatto con cautela e progressività. Non è che si riapre e basta, è importante anche continuare a monitorare l’andamento dell’epidemia, per vedere come evolve. Perché la rimodulazione delle misure deve tener conto degli andamenti".
Cosa dobbiamo aspettarci
Omicron e Omicron 2 circolano in maniera diffusa sul nostro Paese e sono alla base del nuovo balzo dei contagi che, in ogni caso, non preoccupa la situazione ospedaliera. Tra un paio di settimane capiremo meglio dove stiamo andando ma Brusaferro sottolinea come il quadro italiano sia coerente con quello di altri Paesi europei dove è già in atto una nuova ondata (Danimarca, Regno Unito e Germania) con un aumento molto contenuto, grazie ai vaccini, dei ricoveri. "In questo momento in Italia sale l’incidenza e a trainare la crescita sono i più giovani. I ricoveri sono stabili ma ci aspettiamo una crescita come negli altri Paesi", aggiunge l'esperto.
Vaccini e mascherine
I due strumenti per eccellenza che, in maniera opposta (ma efficace), possono limitare l'avanzata del virus sono vaccini e mascherine. Dei primi abbiamo detto in tutte le salse come siano fondamentali per evitare le forme gravi della malattia e di come sia importante, soprattutto adesso, "ricevere il booster che è molto protettivo soprattutto contro la patologia grave. Consiglio di farlo. La possibilità di aprire passa anche dalla protezione dei fragili e dalla capacità di non sovraccaricare le strutture sanitarie", spiega Brusaferro. E poi ci sono le mascherine, l'unico strumento per evitare di contagiarsi in presenza di assembramenti: al chiuso aiuta a proteggere e secondo molti esperti dovrebbe rimanere anche dal 1° maggio in poi. "L’uso va modulato a seconda della situazione e in questo momento il virus è molto diffuso", sottolinea.
Cosa succederà a ottobre
Non sappiamo cosa accadrà a Pasqua, figuriamo in autunno. Brusaferro lo sa e non vende "previsioni" inutilmente. "Nessuno può realmente prevedere come si evolverà la situazione", afferma a Repubblica, sottolineando come si debba continuare a portare avanti la ricerca e lo sviluppo di nuovi vaccini e farmaci anti-Covid. Dall’altro lato, dobbiamo mantenere alto il livello di attenzione e di allerta "in modo da essere tempestivi se emergono nuove situazioni che richiedono interventi". Sono passati due anni dalla pandemia ed una cosa straordinaria e senza precedenti nella storia sottolineata dal presidente dell'Iss è stata la "capacità di mettere a disposizione vaccini molto efficaci, in così tante dosi, in un tempo così breve".
Lo sforzo della ricerca è stato "titanico" ma anche la capacità dell'Italia "di vaccinare tante persone. In molte giornate siamo arrivati a 500-700 mila somministrazioni".
Infine, una parola sulla quarta dose: al momento è riservata ai fragili, poi chissà. "Su questo ci sono autorità regolatorie che stanno analizzando dati nazionali e internazionali per dare indicazioni. È una scelta che si studia man mano la pandemia si evolve", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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