"Vaccino? Speriamo sia aggiornato per l’autunno"

Un richiamo ogni anno del vaccino anti-Covid a iniziare dal prossimo autunno e con sieri "aggiornati": ecco cosa ha detto il prof. Matteo Bassetti e i numeri che dimostrano l'efficacia di quelli attuali

"Vaccino? Speriamo sia aggiornato per l’autunno"

Non la chiama quarta dose ma "di richiamo", eppure il senso è quello: il prossimo autunno tutti saremo chiamati a fare la nuova profilassi anti-Covid per "essere pronti ad affrontare la stagione fredda in cui il virus colpisce di più". Lo ha detto Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, sui suoi profili social ponendo l'accento su un discorso importante: "l'aggiornamento" del vaccino, fondamentale per contrastare la variante Omicron e le sue sottovarianti.

L'importanza di un vaccino diverso

Come vedremo tra poco, gli attuali vaccini non solo continuano a proteggere ed essere efficaci, ma evitano nella stragrande maggioranza dei casi il ricovero ospedaliero e sitiuazioni più tragiche. C'è da dire, però, che l'attuale vaccino a Rna messaggero di Pfizer e Moderna sono stati "tarati" contro una porzione del virus (non tutto, una piccola parte) che adesso non c'è più perché nel frattempo è cambiato, evolvendosi. È variato, da qui tutte le varianti fin qui conosciute come la Omicron. Ecco perché il prof. Bassetti si augura che le multinazionali farmaceutiche riescano ad aver pronto un vaccino "nuovo", completamente basato sul nuovo genoma del Covid, in modo da essere ancora più efficace e completo. "Ci auguriamo che questo richiamo sia diverso, ovvero con un vaccino aggiornato, in grado di coprire meglio tutte le varianti", ha scritto su Facebook.

Perché si chiamerà "richiamo"

L'infettivologo genovese non ama chiamarla quarta dose perché si guarda già più avanti, al futuro dei prossimi anni: verosimilmente come succede per l'influenza, ogni anno saremo costretti a effettuare una vaccinazione anti-Covid per migliorare la tenuta anticorpale contro chissà quali nuovi varianti, come succede per quelle del coronavirus influenzale che circola ogni anno. Ebbene, quest'anno potrebbe essere "scambiata" per quarta dose per il semplice fatto che le prime tre sono state effettuate a distanza ravvicinata, ma dal 2023 la vaccinazione sarà soltanto una, ogni anno, e ogni autunno quando la circolazione inizia a essere fisiologicamene più elevata fino a tutto l'inverno e l'inizio della primavera. "Ragionevolmente dovremmo smettere di chiamarla quarta dose ma chiamarla dose di richiamo", specifica l'esperto. A tal proposito, l'infettivologo ha ricordato quanto successo agli studi condotti a Israele, "che dicono come la quarta dose fatta in tempi molto ravvicinati alla terza nella popolazione generale non ha quell'effetto che si pensava potesse avere". Per questo motivo, "evitiamo di continuare a parlarne se non per gli immunodepressi".

Come fare senza emergenza

Adesso che si avvicina a grandi passi la fine delle restrizioni e dello stato d'emergenza e verrà a mancare la struttura commissariale, diventa necessaria "una pianificazione su base regionale con un coordinamento logistico centrale per i futuri richiami" dei vaccini, sottolinea Bassetti. Il suggerimento è di mantenere gli hub aperti e continuare a fare le somministrazioni nelle farmacie e dai medici di medicina generale. "L'ideale sarebbe con chiamate/prenotazioni fatte direttamente dalle regioni sulla base delle esigenze individuali: mi dicono dove e quando devo fare il vaccino o i richiami. Il cittadino viene accompagnato al vaccino da un messaggio o da una telefonata. Utile per continuare ad avere elevate percentuali di protezione", conclude.

Cosa succede senza booster

Come accennato all'inizio, la prova provata che gli attuali vaccini funzionano alla grande contro le forme gravi della malattia è data dai numeri dell'Istituto Superiore di Sanità: tra il 21 gennaio e il 20 febbraio, il rischio di morire per chi ha oltre 80 anni è stato superiore di 15,4 volte tra il no vax e chi ha fatto la dose booster. Rischio di 14,7 volte più alto anche nella fascia 60-79.

Cosa significa? Due cose: innanzitutto, il booster è fondamentale contro Omicron e funziona meglio del solo ciclo vaccinale, il problema è che mancano all'appello ancora oltre 5 milioni di persone a cui deve essere somministrata la terza dose; la seconda cosa è che gli attuali vaccini funzionano: è giusto averli aggiornati, speriamo di averli presto, ma non per questo bisogna pensare che quelli attuali siano poco utili o scarsamente efficaci contro il Covid. Si farebbe un grande e imperdonabile errore.

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