Montanari ora si lamenta: "Ho subito un accanito linciaggio mediatico"

Il rettore dell'università per Stranieri di Siena era finito al centro delle polemiche dopo le parole sulle foibe: "Manipolazione politica della storia"

Montanari ora si lamenta: "Ho subito un accanito linciaggio mediatico"

Dopo aver usato forti parole senza misurarne il peso né la veridicità dei fatti sostenuti, Tomaso Montanari denuncia persino di essere finito al centro di una bufera. Il neo rettore dell'università per Stranieri di Siena ha ricevuto il passaggio di consegne con l'ex Pietro Cataldi, ma ha dovuto immediatamente fare i conti con una questione di tipo istituzionale: Luigi De Mossi, sindaco di Siena eletto con il centrodestra, ha deciso di disertare l'inaugurazione dell'anno accademico. Perché? Tra le tante ipotesi alla base potrebbero esserci le parole usate proprio da Montanari nelle scorse settimane sulle foibe, che hanno provocato la furibonda reazione del mondo della politica.

L'attacco choc di Montanari

Ad agosto Montanari aveva dichiarato che la legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) "rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica". Adesso però ha voluto fare un passo indietro, calibrando meglio la sua tesi e facendo chiarezza sul suo reale pensiero in merito: "Nessuno ha mai negato le foibe e ci mancherebbe".

Montanari ha denunciato che, solo per il fatto di aver espresso un punto di vista culturale, ha dovuto "subire un accanito linciaggio mediatico". Tutto ciò, è il suo ragionamento, per aver "ammonito sulle conseguenze della manipolazione politica della storia" e messo in risalto "la strumentalizzazione politica delle vittime delle foibe". Dunque sostiene che in fondo si tratta semplicemente di un discorso per le vittime delle foibe e contro l'uso politico "di chi le celebra a braccio teso e con la svastica sul braccio".

Le polemiche su Montanari

Le scorse settimane le dichiarazioni di Montanari non avevano fatto altro che alimentare lo scontro politico. Alle condanne politiche si erano aggiunte anche quelle delle associazioni delle vittime delle foibe. Romano Cramer, segretario generale del Movimento Nazionale Istria Fiume Dalmazia, aveva accusato Montanari di aver espresso "deliri e farneticazioni sulle foibe". Pertanto si era rivolto all'università per Stranieri di Siena, a cui aveva chiesto di non diventare complice e avallare "le mistificazioni e negazioni del proprio nuovo rettore".

La richiesta di un passo indietro era arrivata anche da parte di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ma Montanari aveva risposto con un pizzico di provocazione a tutti coloro che lo avevano messo nel mirino: "I nuovi fascisti possono mettersi in pace l'animaccia nera: non mi dimetterò, continuerò a dire la verità".

Il deputato leghista Luca Toccalini aveva chiamato in causa Maria Cristina Messa, ministro dell'Università e della ricerca, invitandola a fare il proprio mestiere in modo da "censurare gli estremisti di sinistra in cerca di visibilità come Montanari".

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