La morte di Nicole ha commosso tutti: la piccola di che abitava con i genitori a Gottolengo (Brescia) uccisa da un'otite a 4 anni. Una bimba sorridente che negli ultimi collezionava troppi i pianti per quel dolore che nessuno ha saputo curare in tempo.
Gli ospedali e il dolore della famiglia
Piangeva e si toccava la nuca. Anche a Pasqua, quando con il papà Mattia, 33 anni era al mercato della cittadina poco lontano da Brescia. E lì che il padre l'ha ripresa: "Guarda che c’è il sindaco e devi fare la brava". Ma non c'era nulla da fare. Lo sottolinea anche il sindaco di Gottolengo, Giacomo Massa: "Non smetteva di piangere". Il primo cittadino lo spiega sulle pagine de Il Corriere della Sera e racconto di come il papà della piccola "era sconfortato, la bimba stava male da un po’ e non riusciva a capire perché non guarisse". La soluzione arriva solo quella sera: "Grave ascesso cerebellare, fossa cranica posteriore", dicono i dottori degli Spedali Civili di Brescia dove i genitori di Nicole hanno finalmente trovato risposta a quei pianti.
"Purtroppo però il quadro è rimasto di estrema gravità e dopo 4 giorni ha portato al decesso della piccola paziente", ha comunicato dall’ospedale. Un caso assurdo: i genitori e Nicole hanno vissuto un mese alla ricerca di un medico che curasse i sintomi. Il giorno stesso del mercato di Gottolengo erano corsi all’Istituto Poliambulanza di Brescia "ma siccome non era emerso nulla di importante non l’hanno trattenuta — spiega l’avvocato Walter Ventura, che assiste la famiglia -. E sono stati invitati ad andare al Civile nel caso in cui la situazione peggiorasse". All'ospedale di Manerbio, pochi giorni prima di Pasqua, invece era stati dimessa "senza neppure un antibiotico".
Ora la Procura ha aperto un'indagine, come spiege il Corriere della Sera per rispondere a due domande: poteva essere salvata Nicole? Se sì, chi sono i responsabili della sua morte prematura? Ora tutti si sono mobilitati. Pure la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, che ha inviato una task force di esperti nel Bresciano. Nonostante Mattia, il papà, volesse solo parlare con il pm Claudia Moregola "per sapere quando potrà riavere sua figlia. In questo momento non gli interessa proprio capire di chi sono le colpe, non accusa nessuno, vuole solo lei, il resto si vedrà", ha spiegato l’avvocato.
Mattia avrebbe anche detto: "Non cerco un colpevole". Un dolore troppo forte dimostrato anche nell'ufficio della Procura, quando non vedeva l'ora di uscire: "Ora dobbiamo proprio andare — si è alzato il papà —. La bambina è lì da sola".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.