La Nasa, l'ente spaziale americano, ha testato nella giornata di mercoledì 2 settembre presso presso l'impianto di prova T-97 della Northrop-Grumman a Promontory (Utah), il motore dello Space Launch System (Sls), il razzo vettore che dovrà riportare l'uomo sulla Luna dopo l'ultima missione Apollo, la 17, del 1972.
Il razzo, che è stato definito "il più potente mai costruito", è un sistema modulare che, oltre ad avere la possibilità di montare una capsula per l'equipaggio (chiamata Orione), prevede anche di poter essere configurato per il trasporto di materiali. Ogni configurazione dello Sls utilizza lo stadio principale dotato di quattro motori RS-25. Il primo veicolo, chiamato Block 1, può inviare più di 27 tonnellate in orbita oltre la Luna. Sarà propulso da due booster gemelli a propellente solido a cinque segmenti e avrà quattro motori a propellente liquido RS-25.
Il veicolo con equipaggio del Block 1B userà un nuovo e più potente Exploration Upper Stage (Eus) per effettuare missioni più ambiziose. Questo potrà, in un solo lancio, trasportare l'Orione insieme a grandi carichi come i sistemi necessari per supportare una presenza sostenuta sulla Luna. La configurazione del Blocco 1B può inviare nello spazio, infatti, 38 tonnellate e se il lancio viene effettuato solo con carico, cioè senza modulo di equipaggio, Sls può trasportare un carico utile di grandi dimensioni per inviare materiali sulla Luna e su Marte o montare veicoli spaziali scientifici per missioni di esplorazione del Sistema Solare. L'ultima configurazione, definita Block 2, fornirà 4,3 milioni di chilogrammi di spinta e sarà il
veicolo cavallo di battaglia per l'invio di merci sulla Luna, Marte e altre destinazioni nello spazio profondo. Il Block 2 è infatti progettato per sollevare da terra più di 46 tonnellate e trasportarle nello spazio profondo.
Lo Sls sarà quindi il razzo vettore, dopo il famosissimo Saturno V, che farà tornare l'uomo sulla Luna. Il programma Artemide della Nasa, infatti, prevede di far atterrare una capsula con equipaggio al polo sud lunare entro il 2024. I piani di esplorazione lunare dell'agenzia si basano su un approccio a due fasi: il primo prevede di portare astronauti sulla Luna in cinque anni, mentre il secondo stabilirà una presenza umana sostenuta su e intorno alla Luna entro il 2028. La NASA utilizzerà infatti un avamposto lunare orbitante chiamato Gateway per accedere alla Luna e come avamposto per lo spazio profondo. L'agenzia punta al lancio dei primi elementi del Gateway entro la fine del 2022.
L’esplorazione dello spazio profondo non è l’unico motivo che ha spinto la Casa Bianca a ripercorrere la strada verso la Luna. Il nostro satellite, infatti, è ricco di risorse minerarie che fanno gola all’industria terrestre. Le analisi geologiche delle rocce lunari hanno evidenziato che la Luna è ricca di 3 risorse fondamentali per l’uomo: l’acqua, l’elio-3, e le Terre Rare (in inglese Ree – Rare Earth Elements).
L’acqua, presente sotto forma di ghiaccio all’interno della superficie lunare in zone “d’ombra” in prossimità dei poli, oltre ad essere fondamentale per la sostenibilità della vita umana sulla Luna, rappresenta anche una fonte per ottenere il combustibile dei razzi (l’ossigeno si usa come ossidante nella combustione).
L’elio-3 è un isotopo dell’elio che si trova negli strati superficiali formati da regolite depositato da miliardi di anni di vento solare. Questo elemento, raro sulla Terra ma in grande quantità sulla Luna, può servire come combustibile nei reattori a fusione e quindi garantire una fonte di approvvigionamento di energia pulita.
Le
Terre Rare, utilizzate dall’industria per, ad esempio, le batterie dei telefoni cellulari o per quelle delle auto elettriche, o comunque nell’industria elettronica, si ritiene che siano in altissima concentrazione- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.