Nascondeva la cocaina nella cornetta del vecchio telefono

Finisce in manette un 44enne di Napoli che già si trovava ai domiciliari: l'ingegnoso espediente per occultare la "roba" nell'apparecchio scoperto dai carabinieri

Nascondeva la cocaina nella cornetta del vecchio telefono

Il vecchio telefono a disco o col tastierino numerico primordiale, pesante e solido, è stato per decenni un irrinunciabile oggetto nelle case di tutti gli italiani, trattato, spesso, con un rispetto a tal punto deferente da trasformarlo in un soprammobile-totem. Oggi, con il correre vorticoso della tecnologia, nessuno li usa più. Tranne un paio di irriducibili vecchie zie, una ventina di cultori "arrabbiati" di modernariato e uno spacciatore di Portici, in provincia di Napoli, che lo utilizzava come ingegnosissimo nascondiglio per conservare – lontano da occhi indiscreti – le scorte di droga da rifilare ai tossicodipendenti suoi clienti.

Lo stratagemma démodé di un 44enne è stato scoperto dai carabinieri durante una perquisizione domiciliare. I militari hanno scoperto che l’uomo, che era già ristretto al regime degli arresti domiciliari, aveva smontato la cornetta, tolto l’apparecchiatura ingombrante del vecchio microfono che garantiva la trasmissione della voce al destinatario della telefonata, e inserito nello spazio lasciato vuoto una discreta quantità di “palline” di cocaina, già tagliate e confezionate, pronte alla vendita al “dettaglio”.

I carabinieri, svelato l’inganno, gli hanno stretto le manette ai polsi e l’hanno trasferito presso la casa circondariale di Poggioreale a Napoli dove il 44enne rimane a disposizione dell’autorità giudiziaria. Deve rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Questo scoperto nella periferia all’immediato sud del capoluogo partenopeo non è che l’ultimo espediente ingegnoso scoperto riguardo alla fantasia degli spacciatori che tutte le pensano pur di tentare di farla franca e di sfuggire ai rigori della legge.

Tuttavia, e forse anche per questo, la guardia rimane altissima su un fenomeno, come quello dello spaccio e del consumo di ogni tipo di sostanza stupefacente, che è fin troppo vivo, un affare che è fin troppo lucroso e che troppe vittime ha già richiesto e continua a richiedere in sacrificio.

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