Circa 5 milioni di euro è quanto la Regione Puglia deve sborsare alla mamma di due gemelli nati con gravi malformazioni. Uno affetto da tetraparesi spastica e l'altro da displasia ectodemica. La prima consiste nella paralisi di tutti e quattro gli arti e la seconda patologia si presenta con gravi malformazioni del viso e della bocca. Il secondo figlio accusa anche un ritardo nella psicomotricità.
Un quadro drammatico per i due gemelli nati prematuramente alla trentaduesima settimana di gravidanza, quando i bambini in grembo pesano appena due chili circa.
Ricostruendo la storia, si risale al 1992 quando la mamma dei piccoli fu ricoverata d'urgenza nell'ospedale di Gravina di Puglia (nel barese), ma venne subito trasferita in un altro ospedale a Bitonto dove la donna partorì con grande anticipo.
Oggi la sentenza di primo grado del tribunale di Bari accerta come non ci siano responsabili precisi nella vicenda. Tra l'altro i due ospedali che nel '92 si palleggiarono il ricovero dell'allora giovane donna, oggi sono chiusi.
Quello che è certo è che non furono eseguiti, secondo le ricostruzioni del giudice, i tracciati. Probabilmente con l'esame più comune in gravidanza, sarebbe venuto fuori che in uno dei due feti c'erano i sintomi dell'asfissia e pertanto, eseguendo un parto cesareo, probabilmente si sarebbe evitato il danno permanente ai nascituri. Ma quegli esami non furono mai fatti, condannando, così, due vite innocenti.
Nella sentenza, secondo quanto emerge dalla Gazzetta del Mezzogiorno, ci furono “una serie di grossolane omissioni” da parte dei medici di Bitonto.
Così la Regione Puglia deve ottemperare alle disposizioni del giudice e pagare rispettivamente circa un milione e un milione e 400mila euro ai due gemelli e 154mila euro ai due genitori per il danno subito. Una somma che con gli interessi e la rivalutazione diventa di circa 5 milioni di euro.
Ma i soldi non riusciranno mai a colmare il dolore di due vite condannate alla sofferenza e all'invalidità.
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