No Tav, 47 condanne per l'assalto al cantiere

I manifestanti si scontrarono con le forze dell’ordine al cantiere di Chiomonte. Sei assoluzioni. Urla in aula: "Vergogna"

Scontri tra No Tav e polizia a Chiomonte (luglio 2011)
Scontri tra No Tav e polizia a Chiomonte (luglio 2011)

Quarantasette condanne e sei assoluzioni. Si è chiuso così il maxi processo per i disordini dell’estate 2011 in Valsusa in cui erano imputati a Torino 53 attivisti No Tav accusati a vario titolo di violenza a pubblico ufficiale, lesioni danneggiamento. La sentenza è stata letta dal giudice Quinto Bosio nell’aula bunker delle Vallette. Tra il pubblico presente in aula si sono alzate voci di protesta, "Vergogna". Le urla sono partite quando gli imputati hanno tentato di leggere una dichiarazione e i giudici hanno lasciato l’aula. Pubblico e imputati sono andati avanti nella loro protesta scandendo slogan: "liberi tutti" e "ora e sempre resistenza".

Gli attivisti erano accusati a vario titolo di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, dopo gli episodi del 27 giugno e 3 luglio 2011, quando si verificarono duri scontri con le forze dell’ordine al cantiere di Chiomonte. Furono centinaia i feriti tra

538em;">manifestanti e forze dell'ordine, che si fronteggiarono per ore lanciando pietre e bombe carta da una parte e lacrimogeni dall'altra.

Complessivamente sono state comminate pene per circa 145 anni, un numero inferiore rispetto ai 193 anni chiesti dai pubblici ministeri.

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