Non crediamoci immuni al virus islamista

La paura di ipotetiche morti di massa causate dalla pandemia di Covid-19 ha fatto passare in secondo piano la certezza dei crimini efferati con cui il terrorismo islamico infierisce sulla vita di singole persone.

Non crediamoci immuni al virus islamista

La paura di ipotetiche morti di massa causate dalla pandemia di Covid-19 ha fatto passare in secondo piano la certezza dei crimini efferati con cui il terrorismo islamico infierisce sulla vita di singole persone. Il virus Sars-Cov-2 alimenta una psicosi collettiva perché prospetta scenari da guerra biologica o con la bomba al neutrone, dove la popolazione viene decimata restando intatta la realtà materiale. I terroristi islamici che sgozzano, decapitano o si fanno esplodere hanno avuto finora un livello di attenzione limitato agli esperti e alle istituzioni e hanno provocato un livello di paura tra la gente limitato nel tempo. Prendiamo atto che i governi possono più facilmente soggiogare la volontà popolare alimentando un terrorismo psicologico che fa leva sulla paura che chiunque potrebbe contagiarci e che tutti noi potremmo ammalarci e forse anche morire per il Covid-19. Viceversa la paura del terrorismo islamico è selettiva e temporanea, scompare nel momento in cui non siamo stati direttamente noi le vittime e si archivia il tutto all'indomani di un clamore mediatico che è fondato e intenzionale. Perché la brutale spettacolarizzazione degli assassinii islamici, sia esibendo le teste mozzate sia sconvolgendoci quando si fanno esplodere, sono atti terrificanti finalizzati deliberatamente a inculcare in tutti noi la paura dell'islam. I terroristi islamici sono consapevoli che non potrebbero mai vincere la guerra sul campo di battaglia, perché militarmente noi siamo più forti. Ma sono altrettanto consapevoli che questa guerra la possono vincere radicando in noi la paura, facendosi sopraffare dalla paura, al punto da concepirci sconfitti senza combattere. Ecco perché non si limitano a uccidere, ma uccidono con la modalità che diffonde il terrore in ciascuno di noi. Ciò che manca ai veri o presunti islamologi ed esperti di terrorismo islamico, così come manca del tutto alla classe politica e amministrativa al potere in Occidente, è l'onestà intellettuale e il coraggio umano di dire la verità sull'islam, di dire che la radice del male non sono i singoli terroristi islamici ma è l'islam, che si sostanzia di ciò che Allah prescrive nel Corano e di ciò che ha detto e ha fatto Maometto. Anche di fronte all'orrore delle teste decapitate a Nizza, nessun rappresentante dello Stato in Italia ha condannato il «terrorismo islamico». Mattarella ha denunciato il «fanatismo di qualsivoglia matrice», Conte il «fanatismo, odio e terrore». Entrambi hanno omesso la parola «islam». Finalmente la denuncia onesta e veritiera l'ha fatta il sindaco di Nizza Christian Estrosi: «Quando è troppo è troppo. Adesso è ora che la Francia metta da parte le regole di pace per annientare definitivamente l'islamo-fascismo sul nostro territorio». La paura della pandemia di Covid-19 finirà certamente non appena produrranno il vaccino, probabilmente quello che corrisponde agli interessi delle multinazionali della farmaceutica.

Ma la paura del terrorismo islamico resterà salda dentro di noi fino a quando non ci saremo liberati non solo dei terroristi islamici che sono la punta dell'iceberg, ma dell'islam, della filiera delle moschee, scuole coraniche, enti assistenziali e finanziari islamici, centri studi e di formazione, leggi che codificano la legittimazione dell'islam a prescindere dai suoi contenuti e l'islamofobia, ossia il divieto assoluto di criticare l'islam. O ci liberiamo dell'islam o saremo sottomessi all'islam.

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