Il Covid-19 può colpire anche gli organi addominali e l'apparato gastrointestinale: è quanto indicato in un articolo appena pubblicato sul World Journal of Gastroenterology, frutto della collaborazione tra le scuole radiologiche di Pisa e Napoli.
Come riconoscerlo
"Nei pazienti che presentino sintomatologia addominale e gastrointestinale gli esami radiologici più indicati sono la tomografia computerizzata con acquisizione multifasica, e parzialmente anche l'ecografia", scrivono Piero Boraschi, prima firma dell'articolo e medico radiologo dell'Unità operativa di Radiodiagnostica 2 dell'azienda ospedaliero-universitaria pisana insieme ad un team di ricercatori. Infatti, anche se il virus non determina segni radiologici specifici nel distretto addominale e gastrointestinale, un esame specialistico come la diagnostica per immagini "può aiutare il clinico nella diagnosi, nella stima di gravità e nella prognosi della malattia".
Qual è il percorso della malattia
Una nota dell'Aoup (Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana), evidenzia come il Covid-19 sia una patologia sistemica che colpisce prevalentemente il sistema vascolare e i polmoni determinando, nei casi più gravi, una severa insufficienza respiratoria che è la principale causa di morte nei pazienti che ne sono affetti. In realtà, però, può coinvolgere anche il tratto gastrointestinale, il sistema epatobiliare, il pancreas, l'apparato urinario e la milza. I segni radiologici più rilevanti, secondo gli esperti, sono l'ispessimento della parete intestinale (talvolta associato a iperemia), ispessimento mesenterico e la distensione fluida del grosso intestino. Raramente, invece, sono presenti segni di ischemia o pneumatosi intestinale. Come riporta AdnKronos Salute, le più frequenti manifestazioni radiologiche del coinvolgimento epatico sono la steatosi epatica, il fango e la litiasi biliare. Più raramente, nei pazienti Covid possono essere presenti la pancreatite acuta edematosa, l'infarto renale e il danno renale acuto da necrosi tubulare acuta. Infine, anche la milza può essere colpita nel corso della malattia da Covid-19 e si riconosce con un aumento delle dimensioni riconosciuta, anche in questo caso, dagli esami strumentali.
Dove colpisce Covid
Come ci siamo occupati ormai un anno fa, la pericolosità di questo virus risiede nell'essere un virus multiorgano, che possa colpire cioè non soltanto i polmoni: stomaco, reni, fegato, cuore, pancreas e cervello sono tutti organi in cui sono state trovate tracce di virus, sia in maniera diretta sia per vie indirette. "Non necessariamente il Coronavirus colpisce solo il polmone - aveva dichiarato al New York Times Compton-Phillips, responsabile clinico del sistema sanitario di Providence che ha seguito il primo caso di contagio negli Stati Uniti - l’infezione può diffondersi attraverso le mucose, dal naso fino al retto". Secondo gli esperti, quindi, il virus potrebbe anche essere in grado di infettare le cellule del sistema gastrointestinale e potrebbe essere il motivo per cui alcuni pazienti presentano sintomi come diarrea o indigestione. Oggi, lo studio italiano ci porta nuove evidenze di quanto ipotizzato già un anno fa. Durante la prima ondata della pandemia nel 2020, su 690 pazienti del Regno Unito ricoverati in terapia intensiva, il 25% aveva avuto bisogno di un supporto cardiovascolare avanzato, il 18,5% ha richiesto dialisi, il 4,5% supporto neurologico.
In particolare, l’insufficienza renale acuta sembrava essere fra le complicanze più frequenti così come già riportato dai medici cinesi nelle loro prime relazioni in cui si parlavano di "attacco multiorgano" e l'Oms aveva appena "battezzato" il nuovo virus con il nome di Sars-CoV-2.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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