"Lasciata sola dalle istituzioni". Sconto di pena alla madre che uccise Gabriel

La madre Donatella Di Bona condannata a 14 anni di carcere, il padre Nicola Feroleto a 24 anni. Per i giudici la famiglia, in particolare la madre, sarebbe stata "abbandonata" dalle istituzioni

"Lasciata sola dalle istituzioni". Sconto di pena alla madre che uccise Gabriel

Confermate dalla Corte di Cassazione le condanne per l’omicidio del piccolo Gabriel Feroleto. Il padre, Nicola Feroleto, dovrà scontare 24 anni di carcere mentre la madre, Donatella Di Bona è stata condannata alla pena definitiva di 14 anni, anche se lei ha rinunciato al ricorso in Cassazione. In primo grado fu condannata all’ergastolo.

L’omicidio del piccolo Gabriel

Nell’aprile del 2019 il piccolo Gabriel Feroleto, di due anni e mezzo, fu soffocato dalla madre sotto gli occhi del padre: quest'ultimo non avrebbe fatto nulla per fermare la donna. I due si trovavano in auto, appartati, per un rapporto sessuale. Il padre, infatti, aveva un’altra famiglia ma da tempo aveva una relazione con Donatella Di Bona. A un certo punto il bambino, che si trovava sul sedile posteriore dell’auto, ha iniziato a piangere. È lì che la mamma lo ha soffocato. Il bimbo fu poi lasciato tra i rovi. Un omicidio agghiacciante che sconvolse l’Italia, non solo il piccolo paese di Piedimonte in provincia di Frosinone. In primo grado il tribunale di Cassino ha condannato entrambi i genitori all’ergastolo. Ma la Sentenza d’Appello ha ridotto per entrambi le condanne con motivazioni che hanno fatto discutere.

Abbandonati dallo Stato

I giudici della Corte d’Appello sono arrivati alla conclusione che Donatella Di Bona ha commesso l’omicidio del figlio perché priva di quel sostegno istituzionale che diventa necessario dinanzi ad una situazione di degrado sociale così evidente. In sintesi lei ed il figlio sono stati abbandonati al proprio destino dallo Stato. Dall’ergastolo a 14 anni di carcere. Di Bona ha rinunciato alla Cassazione.

Nicola Feroleto, in Appello, fece una proposta di concordato con il consenso della Procura Generale e della Procura della Repubblica di Cassino, ottenendo uno sconto a 24 anni di reclusione, confermati ieri dalla Cassazione.

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