Il discorso di oggi del premier Giuseppe Conte in aula ha toccato le corde dei cattolici progressisti, che hanno plaudito al cambio di linea in materia d'immigrazione.
Nell'intervento che segna l'inizio delle attività del governo giallorosso, il presidente del Consiglio ha presentato la necessità di un "progetto riformatore", che interessa pure la gestione dei fenomeni migratori. Niente più "linea dura" alla Matteo Salvini, quindi. Anche la cifra stilistica muterà. I catto-dem sono favorevoli a questo cambio d'impostazione comunicativa (Conte ha parlato della necessità di porre fine alla "arroganza delle parole"), ma sono soprattutto i fatti ad interessare quel fronte. Quello, per esempio, di cui fa parte la Comunità di Sant'Egidio, che ha salutato l'avvento del "nuovo" Conte con parole dense di aspettativa: "È giusto e doveroso superare la logica emergenziale nell’affrontare il fenomeno dell’immigrazione e sostenere provvedimenti a favore dell’integrazione", hanno fatto sapere dalla Comunità, come riportato dalla Sir. L'arcivescovo Matteo Maria Zuppi, che presto diventerà cardinale per volontà del pontefice argentino, proviene da quella esperienza comunitaria: pochi giorni fa ha ribadito come, stando al suo parere, i sovranisti non facciano il bene dell'Italia. "Più in generale - hanno fatto sapere oggi dalla Santa Egidio, dopo aver rimarcato come sia necessario (questo lo sostiene da sempre anche il Papa) mettere in campo ogni azione in grado di favorire la creazione dei cosiddetti "corridoi umanitari" , - appare opportuna la scelta di un linguaggio sobrio e misurato nell’affrontare i problemi, soprattutto quando si parla di immigrazione".
Ma non è l'unico commento favorevole o speranzoso arrivato nel corso della giornata odierna da parte di certi cattolici. Pure Padre Ripamonti, che è il vertice del Centro Astalli, cioè di un ente gestito dai gesuiti che si occupa anche d'integrazione di profughi e rifugiati, ha fatto comprendere come attorno al Conte bis ci siano attese cospicue. Intanto è stato inoltrato un invito a far sì che i due decreti sicurezza, quelli che il leader della Lega aveva voluto con forza, vengano smontati: "Il decreto sicurezza - ha dichiarato il consacrato, come racconta sempre la fonte sopracitata - va affrontato rivedendolo nel complesso e va dato un segnale che stiamo riacquistando un volto umano". Ma è tutta l'architrave programmatica sull'accoglienza dei migranti a dover essere modificata: "...
il governo si dimostri coraggioso da questo punto di vista - ha chiosato padre Ripamonti - e riveda la materia nel suo complesso e a più livelli, che tenga conto delle tante questioni che il fenomeno migratorio pone in campo: dagli arrivi all’integrazione". I cattolici progressisti, insomma, domandano un cambio di paradima in piena regola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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