Per quanto tutti gli esperti siano concordi nell'affermare che la sottovariante Omicron 2, ormai dominante, causa una malattia molto lieve nei vaccinati e poche problematiche, è anche vero che con le riaperture in arrivo nei prossimi giorni "non finisce la pandemia e se non sappiamo difenderci sono dolori: a ottobre rischiamo di ricominciare": è questo il monito lanciato da Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, intervistato da AdnKronos. Il riferimento a questa situazione, che ha visto un balzo dei contagi arrivati a 96mila, è la messa in sicurezza di anziani e fragili, per i quali diventa fondamentale "la quarta dose" altrimenti "il virus torna a mordere forte e a fare danni".
"Aumentare i booster"
L'infettivologo, però, ricorda che anche se dovessimo superare "la soglia psicologica dei 100mila casi" al giorno, non bisogna aver paura: contagio non significa ammalarsi gravemente, anzi. Ormai le terapie intensive sono sempre meno piene, a dimostrazione del fatto che i vaccini funzionano e la stragrande maggioranza di persone si accorge di avere il virus soltanto per l'esito di un tampone. I sintomi sono simil influenzali e passano in pochi giorni. In ogni caso, vanno aumentate "le dosi di richiamo che sono scese molto nelle ultime settimane" per aumentare la difesa anticorpale contro Omicron 2: sono ancora molti milioni gli italiani che non hanno ricevuto la terza dose. Bassetti tranquillizza anche se "aumentano i ricoveri in media intensità ma era atteso perché con le forme meno gravi spesso le persone cercano l'assistenza in ospedale".
"Più casi ma meno gravi"
La stretta attualità ci consegna un aumento dei casi di Omicron e Omicron 2 che è "una variante incontenibile dalle misure", sottolinea l'infettivologo. Le mascherine dovranno essere ancora utilizzate da fragili e anziani anche dopo che sarà tolto l'obbligo, "ma con mascherine e distanziamenti questa variabile non la conteniamo. Zero Covid non esiste nella popolazione generale", specifica. In attesa che i vaccini vengano aggiornati per la dose di richiamo autunnale, quelli attuali funzionano benissimo perché l'infezione è "depotenziata dalla vaccinazione, e lo vediamo dai dati sugli effetti più gravi": la rappresentazione della realtà è quanto in passato era "un'ondata di influenza".
Da qui, Bassetti si aggancia a un discorso già fatto altre volte che riguardava la corsa ansiosa al tampone della gente soprattutto nelle scorse settimane. Nell'era pre-Covid, però, "abbiamo mai fatto i tamponi a tutti quelli che avevano l'influenza, ad esempio a febbraio o marzo di un qualsiasi anno pre-pandemia? No, non l'abbiamo fatto".
Insomma, il cosiddetto polso della situazione lo dobbiamo avere monitorando un unico dato, quello relativo alle terapie intensive. "Se non aumentano i ricoveri - conclude - non dobbiamo preoccuparci, se invece ci sarà un incremento pesante anche nei dati dei ricoveri, allora potremo parlare di quinta ondata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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