Katanga chiama Bergamo. Dall'Africa più profonda si leva una macumba per il senatore Calderoli. Clement Kikoko Kyenge, padre di Cecile difende a spada tratta la figlia in un'intervista pubblicata dal settimanale Oggi: "Possono lanciare tutte le banane che vogliono, ma Cècile è italiana. L’Italia le ha dato la possibilità di studiare, di farsi una famiglia e una carriera. È il suo Paese. Ascolterà tutto e tutti, insulti compresi. Ma non mollerà, e un passo alla volta arriverà dove vuole. Quando mi ha chiamato per sapere come comportarsi davanti agli insulti di Calderoli le ho risposto con un proverbio africano: Il cane abbaia, la carovana passa".
Dal Katanga, estremo sud della Repubblica Democratica del Congo, Clement Kyenge - che ha avuto 38 figli da 4 mogli diverse, sparpagliati ora in molti paesi del mondo - ricorda "che gli italiani sono stati i primi ad arrivare da queste parti: hanno fatto fortuna, hanno sposato le nostre donne, si sono integrati. Se Calderoli vuole venire qui accoglieremo anche lui a braccia aperte, come un fratello. L’importante è parlarsi. Attraverso il dialogo - sottolinea - i problemi si svuotano". Nel villaggio dei Kyenge, racconta il servizio di Oggi, quando tra le mani di una sacerdotessa appare una foto di Calderoli, che aveva paragonato sua figlia Cècile a un orango, tra la gente qualcuno vorrebbe sentire qualche parola forte. Ma il patriarca preferisce cedere la parola al pastore Eustache Youmba, che improvvisa una preghiera: "Signore - dice in lingua bemba - nella tua misericordia ci hai detto di pregare per chi ci perseguita, per chi ci ingiuria e per chi ci maltratta. Non siamo contro Calderoli, il fratello che ha insultato la nostra Kashetu (nome originario della Kyenge), ma contro lo spirito che lo ha spinto a ingiuriare. Tu che puoi punire o perdonare,
538em;">libera questo tuo figlio dalla malvagità dello spirito. Fai che riconosca il suo peccato e che porti il suo pentimento davanti a Cècile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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