Palermo e i teatri lirici

L'immaginario di Palermo è intrinsecamente legato ai suoi maestosi teatri lirici ottocenteschi

Palermo e i teatri lirici

L'immaginario di Palermo è intrinsecamente legato ai suoi maestosi teatri lirici ottocenteschi. La loro bellezza non è nota solamente ai melomani, ma anche agli amanti dei film ambientati in città o ai semplici turisti. Il più famoso è il teatro Massimo Vittorio Emanuele, chiamato semplicemente, Massimo, che è il più grande edificio teatrale lirico d'Italia e uno dei maggiori d'Europa, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna.

Il teatro fu costruito abbattendo la chiesa delle Stimmate e l'annesso convento e la Chiesa di San Giuliano. Secondo le leggende popolari la madre superiora del convento, detta la “monachella”, si aggira ancora per le sale del teatro, lanciando delle maledizioni contro gli spettatori.

I lavori per la costruzione del teatro furono iniziati nel 1875 su progetto di Giovan Battista Basile che aveva vinto un concorso nel 1864 e dopo la morte dell'architetto, furono proseguiti da suo figlio, Ernesto. Il teatro ha uno stile neoclassico eclettico. Secondo gli storici dell'arte “i riferimenti formali di quest'edificio sono, oltre che nei teatri antichi, anche nelle costruzioni religiose e pubbliche romane quali il tempio, la basilica civile e le terme, soprattutto nello sviluppo planimetrico dei volumi e nella copertura”.

La platea del teatro lirico dispone di uno speciale soffitto mobile composto da grandi pannelli lignei affrescati, chiamati anche petali, che vengono aperti da un meccanismo di gestione dell'apertura modulabile verso l'alto, che consente l'aerazione dell'intero ambiente.

All'interno del teatro si trovano anche le splendide decorazioni liberty volute da Ernesto Basile. In particolare sono molto ammirate le raffinatissime composizioni dei palchi e degli arredi realizzati da Vittorio Ducrot.

Una famiglia che ebbe un ruolo importante nell'edificazione del teatro fu la famiglia Rutelli. Nel teatro Massimo vi sono molte opere scultoree di Mario Rutelli, artista che appartiene a una famiglia con tradizioni anche nel settore dell'architettura fin dalla prima metà del Settecento palermitano. Il padre dello scultore, anch'egli un artista ed industriale molto richiesto all'epoca, era il proprietario dell'impresa -Rutelli & Machì, la quale edificò il teatro Massimo, inventando anche una speciale gru per sollevare e montare i pesanti elementi decorativi in pietra del teatro.

L'altro grandioso teatro ottocentesco palermitano è il teatro Politeama, che prende questo nome per indicare un generico teatro dove si danno rappresentazioni di vario genere. Il teatro si trova in piazza Ruggero Settimo, a due passi dal Borgo Vecchio e il quartiere Libertà.

Il teatro fu progettato da Giuseppe Damiani Almeyda che s'ispirò ai modelli del classicismo accademico in voga alla fine dell'Ottocento. All'inizio fu progettato come teatro all'aperto, solamente in un secondo momento fu deciso di realizzare la copertura. Fu inaugurato nel 1874 ancora incompleto e senza copertura, con la rappresentazione “I Capuleti e i Montecchi” di Vincenzo Bellini.

La copertura, per i tempi molto ingegnosa, venne realizzata in metallo dalla Fonderia Oretea nel 1877. Gli ultimi lavori, di abbellimento, furono realizzati nel 1891 in occasione della grande Esposizione Nazionale che si teneva quell'anno a Palermo. Dal 2001 il teatro è la sede dell'orchestra sinfonica della città.

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