La discussa legge dello stato di New York in materia d'aborto, forse, ha convinto papa Francesco dell'urgenza di rivolgere un appello pubblico ai politici di tutto il mondo.
Il pontefice argentino è sempre stato molto chiaro sulla bioetica: dall'accostamento delle pratiche abortive con "quello che fa la mafia", sino all'associazione con l'affittare dei sicari. Il Santo Padre, glielo riconoscono anche i suoi avversari dottrinali, è un convinto anitabortista e non ha mai aperto a svolte su questo tema. Ecco arrivare, quindi, l'ennesimo monito destinato a coloro che si occupano di governare la cosa pubblica, gli stessi che non dovrebbero farsi "condizionare da logiche che mirano al successo personale o a interessi solo immediati o di parte, ma guardino sempre lontano, e con il cuore guardino a tutti".
L'aborto, insomma, non può essere equiparato, in nessun caso, a un diritto umano. Purtroppo, ha in qualche modo aggiunto il vescovo di Roma, l'intepretazione estensiva che tende a riconoscere l'aborto come facente parte della categoria dei diritti assoluti, quindi di quelli da garantire in ogni caso e prescindendo dalle specifiche, è "una visione purtroppo diffusa e radicata". Bergoglio, nel corso della mattinata di oggi, ha incaricato due nuovi nunzi apostolici per lo Zambia e la Costa d'Avorio. Ma dovendo fare una sintesi della giornata del papa, non si può che porre l'accento su quanto dichiarato nel corso dell'udienza con il Movimento per la Vita: "Spegnere volontariamente la vita nel suo sbocciare - ha scandito il Santo Padre - è, in ogni caso, un tradimento della nostra vocazione, oltre che del patto che lega tra loro le generazioni, patto consente di guardare avanti con speranza.
Dove c'è vita, c'è speranza! Se la vita viene violata nel suo sorgere, ciò che rimane non è più l'accoglienza grata e stupita del dono, bensì un freddo calcolo di quanto abbiamo e di ciò di cui possiamo disporre". Papa Francesco, ancora una volta, si è scagliato contro l'aborto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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