Papa Francesco, nel corso della mattinata di oggi, ha ricevuto in udienza il presidente palestinese Abu Mazen.
Vale la pena rilevare sin da subito un particolare relativo alle tempistiche: il leader dell'Olp non si era ancora recato a Roma al fine di colloquiare con il Santo Padre da quando Donald Trump ha individuato in Gerusalemme la sede naturale dell'ambasciata diplomatica a stelle e strisce. Ci si attendeva, tenendo in considerazione pure i rapporti intercorrenti tra il pontefice argentino e l'inquilino della Casa Bianca, che si discutesse anche di questo.
Il focus principale, però, stando a quanto comunicato dalla Santa Sede poco dopo il summit, ha riguardato la complessiva situazione geopolitica di quelle terre. Abu Mazen ha chiesto al Papa di pregare e ha dichiarato di contare su Jorge Mario Bergoglio, specie in prossimità dell'arrivo del Natale.
Il Vaticano, non è un mistero, sostiene da tempo la linea che prevede la costituzione di due Stati, in funzione della residenza in quei luoghi di due distinti popoli. E in questo senso va interpretato il comunicato rilasciato in seguito all'incontro. Dalle parti di Piazza San Pietro è arrivato un appello destinato alle istituzioni deputate ad affrontare la questione e teso a "riattivare il processo di pace tra israeliani e palestinesi e raggiungere la soluzione dei due Stati" per mezzo di "un rinnovato impegno della comunità internazionale nel venire incontro alle legittime aspirazioni di entrambi i popoli".
Il passaggio più importante è certamente quello in cui si domanda il ripristino dei negoziati tra Israele e Palestina. C'è stato spazio, poi, per parlare di Gerusalemme e del suo status giuridico. Per la Santa Sede, la Città Santa dovrebbe essere preservata tanto in termini identitari quanto in relazione del valore storico - religioso assunto nel corso dei secoli. Bisogna, insomma, che la Città Eterna resti la più rappresentativa per tutte e tre le confessioni abramitiche.
L'ultima
parte del dialogo è stata riservata alla congiunta condanna di qualunque forme d'estremismo, religioso o meno, e al riconoscimento del "ruolo positivo dei cristiani e dell'attività della Chiesa nella società palestinese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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