Parma, residenti difendono la via dedicata al maresciallo Tito: "Non si tocca"

Residenti di via Tito sulle barricate contro la mozione della Lega che mira a cancellare il "maresciallo" dalla toponomastica cittadina

Parma, residenti difendono la via dedicata al maresciallo Tito: "Non si tocca"

Non ne vogliono sapere i residenti di via Tito Josip Broz di vedere ribattezzata la strada in cui vivono. Succede a Parma dove da tempo si sta lavorando per cancellare dalla toponomastica cittadina il “maresciallo” dell’esodo e delle foibe dei nostri connazionali. Un’idea non proprio nuova, in realtà, ma che da decenni viene ventilata senza mai tradursi in realtà. A riportarla in auge lo scorso febbraio, inserendola in una mozione, era stata Laura Cavandoli, capogruppo della Lega in consiglio comunale, all’epoca in corsa per un seggio alla Camera. “Via Tito Broz è un residuato di un’epoca di divisioni e crimini ideologici che per fortuna ci siamo lasciati alle spalle”, aveva dichiarato la Cavandoli. Un periodo buio, insomma, “da rottamare come l’ideologia in nome della quale ha barbaramente eliminato gli avversari politici e un gran numero di italiani di Istria e Dalmazia”.

Un ragionamento che, però, non ha fatto breccia nelle convinzioni di chi abita nella strada finita nel mirino delle camicie verdi. Stando a quello che racconta La Gazzetta di Parma, infatti, i residenti di via Tito Josip Broz sono pronti a raccogliere firme e levare gli scudi per difendere la toponomastica attuale. Non certo per ragioni ideologiche, bensì per questioni di ordine meramente pratico. “Sono quasi vent’anni che, di tanto in tanto, viene proposto il cambio del nome di via Tito – hanno spiegato i residenti –. Siamo contrari e siamo disponibili a promuovere una raccolta firme, se necessario. Chiediamo di lasciare l’attuale toponomastica non per motivi ideologici, ma per i disagi che il cambio porterebbe”. In cima alle preoccupazioni ci sarebbero, quindi, beghe burocratiche e costi legati alla variazione dell’indirizzo.

La mobilitazione annunciata potrebbe ottenere il risultato sperato. D’altronde, nella storia della città, non sarebbe la prima volta che via Tito scampa alla scure dell’amministrazione grazie alla mobilitazione popolare. Già nel 2013, infatti, le proteste dei residenti erano riuscite a scongiurare il cambio di nome, sebbene fosse stato deliberato.

L’assessore Maria Laura Ferraris, che ai tempi aveva la delega alla Toponomastica, aveva giustificato il dietrofront spiegando che “il cambiamento avrebbe avuto un costo troppo pesante per i residenti, per cui abbiamo deciso di soprassedere. Un costo di circa 400 euro a famiglia, nonostante le agevolazioni che il Comune avrebbe potuto dare per le certificazioni di propria competenza”.

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