La pensione non arriva, la banca: "Per noi è morto"

Non vedendo arrivare la pensione, l'uomo ha chiamato la banca: "Guardi che lei è morto". L'errore nato da una omonimia in un certificato di morte

La pensione non arriva, la banca: "Per noi è morto"

"Lei è morto". È quanto si è sentito dire un pensionato bellunese di Ponte nelle Alpi quando ha chiamato la sua banca. L'uomo non vedeva arrivare la sua pensione e così ha chiamato l'istituto per avere spiegazioni. "Guardi che lei è morto", gli hanno detto al telefono. Una risposta che lo ha lasciato perplesso: "Ma scusate, se telefono non sono morto".

Le parole dell'uomo non fanno una piega, ma non per la burocrazia che lo considera "morto". Il tutto però nasce da una questione di omonimia in un certificato di morte. Nella zona, come riporta il Gazzettino, c'erano tre persone con lo stesso nome e cognome ma età differenti: il primo è morto un paio di anni fa, il secondo è deceduto invece il 21 dicembre 2019. Giorno in cui si è verificato l'errore.

Il codice fiscale del pensionato vivo è finito nell'atto di morte emesso dall'ospedale. E così l'Inps ha bloccato la pensione. Tutto questo spiega perché all'uomo non sia arrivato il solito pagamento. "Ero andato a effettuare un prelievo allo sportello e l'operazione mi è stata rifiutata - ha raccontato il pensionato al quotidiano -. Guardo sul computer e vedo che non mi era arrivata la pensione. Il giorno dopo chiamo la banca e mi dicono: 'Guardi che lei è morto'. Ho risposto: 'Ma scusate, se telefono non sono morto'. E mi hanno detto di chiamare l'Inps". Dopo alcuni giorni, grazie a un amico commercialista e al Comune, il malinteso è stato risolto anche se la notizia del decesso dell'uomo ha fatto il giorno del Paese. "Quando sono entrato al bar, la barista ha preso un colpo. 'Ma come? Mi hanno detto che eri e sei qui. È un miracolo'", ha raccontato divertito il pensionato.

Alla figlia, nel frattempo, sono continuate ad arrivare chiamate per adempiere alle incombenze burocratiche che ci sono dopo la morte di una persona. "Non punto il dito contro nessuno - ha spiegato l'uomo -. L'errore poteva essere commesso da chiunque. D'altronde io e l’altra persone siamo residenti entrambi nella stessa via, io al civico 37, lui qui vicino al civico 27".

"Io sono vivo e vegeto, fortunatamente - ha poi concluso l'uomo -. Tutto alla fine si è risolto e al più presto la pensione arriverà. È stato un errore comprensibile e speriamo che mi allunghi la vita".

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