Da ieri il leader cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin sono seduti davanti a un caminetto spento per vedere se esistono prospettive di pace a breve in Ucraina. La trattativa è partita azzoppata da due fatti: del presidente cinese si è detto che stesse per fornire armi a Mosca, ma poi il sospetto è rientrato. Il secondo è stato lo sbalorditivo mandato d'arresto per Vladimir Putin emesso dal Tribunale dell'Aia (riconosciuto sì da 138 nazioni ma non da Washington e Mosca) per il trasferimento forzato di bambini ucraini in Russia. Va detto che è piuttosto stravagante che un'entità come il Tribunale dell'Aia emetta un mandato di cattura contro Putin: l'uomo supplicato di trattare da tutto il mondo, ma al quale si dice che se mettesse i piedi fuori dai suoi confini finirebbe in una cella.
Questo atto deciso da una entità giudiziaria di natura morale e non statale ha avuto come unico risultato un irrigidimento del presidente russo alla vigilia del suo incontro col suo omologo cinese. I due, ieri, benché si siano dichiarati amici per la pelle, non sono tuttavia amici naturali perché Russia e Cina sono state per decenni sull'orlo dello scontro militare. Ma hanno oggi una grande occasione da sfruttare, prima di arrivare alla vera questione che a tutti interessa, ovvero la fine della guerra in Ucraina. Xi Jinping, Putin e in misura molto minore il leader indiano Modi vogliono veder riconosciuto il principio secondo cui saremmo all'inizio di una nuova era in cui Cina e Russia insieme a Brasile, Sudafrica, Pakistan e persino la Siria, si uniranno per un nuovo ordine sia economico che militare che chiuderà l'era del dominio degli Stati Uniti. Raggiunto almeno in via di principio questo risultato, Putin e Xi Jinping si dedicherebbero all'Ucraina.
Ma anche qui i due hanno comuni interessi senza essere d'accordo su tutto, perché la Cina vuole ribadire in maniera tassativa il principio secondo cui è inaccettabile introdurre forze armate altrui in uno Stato sovrano e non vogliono saperne di armi atomiche tattiche. La Cina ha il suo interesse su questi: se Taiwan come confermano le Nazioni Unite è territorio cinese ogni presenza militare straniera, per esempio, americana è illegale e va estromessa. L'uso di atomiche porterebbe disastri irreversibili nel mare del Sud della Cina dove passa l'ottanta per cento del mercato mondiale. Non potendo vantare alcun diritto di invasione, la Russia non dovrebbe incassare alcun territorio ma Xi Jinping si è già detto flessibile. E su questo è stato già respinto sia dagli Stati Uniti che da Zelensky.
Tutti sanno che l'Ucraina potrà combattere soltanto se l'America seguiterà a fornire armi, ma sia l'establishment che l'elettorato americano hanno già dato segnali di stanchezza. Queste le premesse ai posti di partenza. Fra due giorni sapremo se la corsa verso la pace è davvero partita.
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