Il buon senso ci spiega per quale motivo sarà molto difficile rendere l'Europa grande ancora. Prima di ritenere, il nostro, uno sfacciato pessimismo, conviene guardare le cose in modo semplice. E più che al libro dei sogni di Draghi, converrebbe guardare al libro contabile. E partire da lì. Ci sono quattro anelli di una catena che ci tira in basso. Il primo è la crescita economica. Trenta anni fa l'Europa era fatta da 11 paesi con buone prospettive. La loro ricchezza era una frazione di quella americana, circa l'82 per cento. Dopo trent'anni abbiamo perso ulteriore terreno: tanto che la nostra ricchezza prodotta in un anno è scesa al 72 per cento di quella americana. In sostanza gli europeisti della prima ora hanno rallentato grazie all'Unione europea. Se prendiamo ora tutti e 27 i paesi rappresentati a Bruxelles, le cose vanno peggio. Negli ultimi trent'anni la loro crescita economica è stata pari al 28 per cento: quelle americana doppia.
L'Europa nel medesimo periodo ha inventato poco o nulla, in compenso ha ucciso la sua unica industria globale, quella dell'automotive, e ha prodotto una lunga lista di regole da applicare a chi si è inventato nuovi prodotti. I nostri intellettuali hanno bullizzato Trump per la schiera di miliardari americani che gli facevano le fusa durante la cerimonia di giuramento (tra di loro c'era l'unico billionaire europeo e cioè Arnault). Se Ursula von der Leyen si prestasse ad una cerimonia simile farebbe fatica a trovare chi le compri i pop corn. Terzo elemento della catena è il nostro sistema di protezione sociale. Nonostante si produca poca ricchezza e si cresca meno degli Stati Uniti, proteggiamo tutto e tutti. Un europeo ha un reddito pro capite di 40mila dollari, un americano di 80mila: eppure gli stati nazionali del vecchio continente spendono come fossero Maria Antonietta. La media della spesa sociale da noi è tra il 27 e il 30 per cento del Pil contro il 18-19 per cento degli Stati Uniti. Negli ultimi due lustri abbiamo portato la spesa per la protezione sociale media da 6.500 euro a persona a quasi 9.000. In questo quadro siamo generosissimi con chi ha meno di noi. Abbiamo le politiche migratorie più lassiste del globo. Pur non producendo pagnotte, produciamo sussidi e permettiamo a tutti, in modo più o meno indiscriminato, di usufruirne.
Non è un caso che il paese Europeo più generoso nel suo assistenzialismo, la Danimarca, pur guidato dai socialisti, sia improvvisamente diventato il più severo sui confini. Crescita ridotta, innovazioni al lumicino, prestazioni sociali in aumento e ci permettiamo pure il lusso di accogliere chiunque sbarchi dalle nostre parti.
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