Il Sars-Cov-2, che ha causato la pandemia mondiale da Covid-19, sembra colpire più frequentemente gli uomini, rispetto alle donne, sia per quanto riguarda i contagi, che per la mortalità. Ma qual è il motivo di questa maggiore resistenza delle donne al virus? Sono tante le ipotesi messe sul tavolo dagli esperti, che stanno studiando il fenomeno.
I dati
Secondo l'ultimo aggiornamento dell'Istituto superiore di sanità, che risale a lunedì, su un totale di 124.527 persone positive, gli uomini rappresentano più del 53% (pari a 65.990 casi). Una differenza che non sembra marcata, ma la situazione cambia se si considerano i tassi di mortalià: su 14.860 deceduti, 10.047 sono uomini e 4.793 donne, con una differenza sul tasso di mortalità di 15,2% contro 8,2%. Inoltre, secondo il report di Charity Global Health 50/50, è evidente che in ogni paese interessato dall'emergenza Covid-19 muoiono più uomini che donne. Secondo i dati raccolti dall'organizzazione, che fa campagne per l'uguaglianza di genere nella salute, in Italia, gli uomini rappresentano il 58% dei casi ospedalizzati e la maggior marte delle vittime sono di sesso maschile. Sembra che la stessa situazione si stia verificando anche negli altri Paesi colpiti dalla pandemia di nuovo coronavirus.
Le ipotesi
Non è chiaro quale sia il motivo della maggior vulnerabilità degli uomini rispetto alle donne, ma gli esperti hanno messo sul tavolo diverse ipotesi. La prima riguarda un enzima, in grado di convertire l'angiotensina 2 (Ace2), che rappresenta la "porta di ingresso" del Sars-CoV-2 nelle cellule. Come spiega ad Agi Giseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, "le donne hanno una maggiore espressione di Ace2 e questo ci indurrebbe a ritenere che siano più a rischio: più 'porte di ingresso' ha il virus, maggiore sarà il contagio e la gravità dell'infezione". Ma, spiega l'esperto, "al virus non basta attraversare questa porta, ma ha bisogno di un altro enzima per iniziare a fare danni": per questo, il fatto di possedere maggiormente l'enzima, non implica una maggior vulnerabilità. "Anzi, potrebbe essere il segreto della maggior resistenza delle donne o almeno è questa l'ipotesi su cui stiamo lavorando, anche se non sappiamo ancora il perchè", conclude Remuzzi. L'ipotesi, seppur complicata, potrebbe essere la chiave di un altro possibile trattamento. Per questo, gli studiosi stanno valutando l'uso di un farmaco in grado di aumentare l'espressione dell'enzima, "nella speranza che possa avere un effetto protettivo".
Una seconda ipotesi riguarda le abitudini e lo stile di vita. Gli scienziati pensano, ad esempio, al fumo delle sigarette, un'abitudine più diffusa negli uomini che nelle donne. Secondo l'Iss, in Italia, fuma il 28% degli uomini e solo il 16,5% delle donne.
Un'altra possibile spiegazione alla maggior presenza di uomini malati di Covid-19 potrebbe essere quella ormonale. A spiegarlo ad Agi è Massimo Andreoni, primario del reparto di Malattie infettive del policlinico Tor Vergata di Roma: "In generale- ha detto- sappiamo che gli estrogeni, gli ormoni femminili, garantiscono alle donne una maggior protezione contro diverse patologie rispetto agli uomini". Anche in questo caso, però, si tratta solamente di un'ipotesi che deve essere verificata.
Infine, gli esperti stanno indagando anche sulle differenze genetiche tra uomo e donna, le cui difese immunitarie rispondono diversamente. Solitamente, infatti, le donne rispondono più aggressivamente a vaccini e infezioni.
Questo potrebbe essere dovuto al cromosoma X, presente due volte nelle donne, mentre nell'uomo una delle due copie è sostituita dal cromosoma Y. Sembra, infatti, che sul cromosoma X si trovino alcuni geni del sitema immunitario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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