Ormai è praticamente certo che all'origine del crollo dell'Airbus 321 della russa Metrojet sopra i cieli del Sinai, il 31 ottobre scorso, ci sia un'esplosione di origine dolosa. Un attentato.
Mentre gli inquirenti seguono le varie piste, tra cui quella, caldissima, del terrorismo islamico, a finire sotto processo sono le misure di sicurezza dell'aeroporto egiziano di Sharm El Sheik, da dove l'aereo carico di turisti russi è decollato.
Il britannico The Independent riporta questa mattina la confessione di un dipendente dello scalo egiziano, che racconta come i monitor della tv interna a circuito chiuso siano lasciati senza sorveglianza dal personale "almeno la metà del tempo". Le misure di sicurezza prevederebbero che le operazioni di controllo e imbarco dei bagagli siano costantemente monitorate dall'occhio vigile delle telecamere. Eppure i dipendenti dell'aeroporto confermano che l'abbandono delle postazioni era qualcosa che rientrava nella "routine" della pratica quotidiana.
Come non bastasse, aggiunge la talpa
intervistata dal quotidiano britannico, "nell'aeroporto di Sharm ci sono moltissime telecamere rotte". Un altro dettaglio inquietante che getta ulteriori ombre sulle misure di sicurezza dello scalo egiziano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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