Piacenza, quella "gara" tra i carabinieri: "Chi farà più arresti?"

La competizione a chi riusciva a eseguire più catture era diventata un'ossessione: "Vediamo di farne il più possibile, almeno di farne altre tre-quattro"

Piacenza, quella "gara" tra i carabinieri: "Chi farà più arresti?"

Ora le indagini si concentrano sulla catena di comando e controllo dell'Arma, ma sulla storia legata alla "caserma degli orrori" continua a dominare una domanda: come mai nessuno è intervenuto tempestivamente per tentare di porre fine ai presunti reati e abusi commessi dal 2017 presso la caserma dei carabinieri nel centro di Piacenza? Stando a quanto sostenuto dalla procuratrice capo di Piacenza Grazia Pradella e confermato dal Gip Luca Milani, tutti gli illeciti più gravi contestati sarebbero stati commessi nel corso dell'emergenza Coronavirus, nel pieno lockdown "e con disprezzo delle più elementari regole di cautela imposte dalla presidenza del Consiglio attraverso i vari decreti via, via emanati".

Ma in caserma non si sarebbero limitati solo alle violenze: si parla di intimidazioni e aggressioni anche all'interno di una concessionaria, datate 4 febbraio. La vicenda ha provocato immediatamente le reazioni del mondo politico, con il leghista Matteo Salvini che si è espresso in maniera chiara: "Chi sbaglia, paga: vale per tutti e ovviamente anche per chi indossa una divisa". Appare evidente che però l'eventuale errore di pochi non deve in alcun modo diventare la scusa "per infangare donne e uomini in divisa che rappresentano una delle parti migliori del Paese".

Quella gara degli arresti

Come riportato dal Corriere della Sera, da alcune intercettazioni sarebbe emerso un rapporto diretto "di particolare confidenza" tra l'appuntato Peppe Montella e Stefano Bezzeccheri: il maggiore comandante della Compagnia scavalcava il comandante della Stazione per spingere i suoi sottoposti a compiere più arresti che potevano. "Ti devo parlare urgentemente, a quattr’occhi, in borghese". Queste le parole utilizzate per organizzare uno dei tanti incontri volti a discutere di quella che ormai era diventata una vera e propria ossessione: la competizione a chi riusciva a vantare più catture con le Compagnie limitrofe di Bobbio e Rivergaro.

Il 5 marzo scorso Bezzeccheri diceva: "Perché io so’ fatto così Montè, a Rivergaro e a Bobbio gli devo fare un culo così... È una questione di orgoglio, perché mi gira il culo che gente che rispetto a voi non vale un cazzo fanno i figurini col colonnello, col comandante della Legione, eccetera eccetera". E la risposta di Montella sarebbe stata: "Adesso... Vediamo di farne il più possibile, anche prossima settimana, almeno di farne altre tre-quattro". Il tutto concluso con gli elogi da parte del maggiore: "Il massimo risultato col minimo sforzo".

"Al di sopra della legge"

L'indagine ha svelato il modus operandi per l'organizzazione degli arresti. Riccardo Beatrice, unico di Piacenza Levante non inquisito, ne parlava col padre (carabiniere in pensione): "Si gestiscono tra di loro... perché portano i risultati... a te colonnello ti faccio fare bella figura e ti porto un sacco di arresti l’anno! ... Lavorano assai, ma perché?... C’hanno i ganci". Ma anche lo stesso Beatrice, che al padre denunciava atti falsi e "cose fatte a umma umma", è rimasto in silenzio con i superiori: "Adesso mi faccio i ca*** miei perché non voglio rimanere qua. Ma se dovessi rimanere qua... quel giorno.. salta tutto, salta!".

Ma chi è Giuseppe Montella? Il leader del gruppetto di carabinieri accusato di pestaggi, estorsioni, spaccio e tortura ha 37 anni, è napoletano e la descrizione che fa il gip di Piacenza parla chiaro: "La personalità dell’indagato rivela come egli abbia la profonda convinzione di poter tenere qualunque tipo di comportamento, vivendo al di sopra della legge e di ogni regola di convivenza civile". Un uomo che "non mostra paura di nulla ed è dotato di un carattere particolarmente incline a prendere parte ad azioni pericolose e violente". Il suo scopo era quello di eseguire arresti a ogni costo: in tal modo gli ufficiali di grado superiore sarebbero stati disposti a chiudere un occhio sulle intemperanze e sulle diverse irregolarità che commetteva insieme agli altri militari.

A un altro degli arrestati, Montella ha rivelato: "A me quello che mi interessa è la coca. Se riusciamo… dopo che abbiamo preso due volte, tre volte, quattro volte… se riusciamo ad abbassa’ un po’ il prezzo… sarebbe top".

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