A Piacenza la "caserma degli orrori" tra torture, estorsioni e spaccio

Ancora pochi i dettagli sulla vicenda: la procura della Repubblica di Piacenza indaga dal 2017 dopo le informazioni ricevute da un militare. Contestati i reati di spaccio di droga, lesioni, estorsione e tortura

A Piacenza la "caserma degli orrori" tra torture, estorsioni e spaccio

Un'inchiesta a dir poco sconcertante quella che riguarda una caserma dei carabinieri di Piacenza, finita sotto sequestro a seguito dell'indagine condotta dalla procura della Repubblica, che contesta i reati di spaccio di droga, lesioni, estorsione e tortura.

Le attività illecite, come riportato dal "Corriere", andavano avanti dal 2017, ed a finire nel mirino è la caserma Levante di via Caccialupo. Sei militari si trovano già in stato di fermo, come disposto dall'autorità giudiziaria competente. Si tratta della prima volta che in Italia si verifica un fatto silime, con una sede delle forze dell'ordine sottopposta a sequestro. Le indagini degli inquirenti, proseguite sino ad oggi, hanno portato allo scoperto numerose attività illecite condotte all'interno di quella che viene definita come una vera e propria "caserma degli orrori".

Un autentico scandalo, che mette in imbarazzo le autorità, e che pare irreale, come riferisce anche il dott. Milani, giudice per le indagini preliminari dal quale sono partite le ordinanze di custodia cautelare. Nell'inchiesta si parla di arresti compiuti nella totale illegalità, oltre ad aggressioni e vere e proprie torture. In un'intercettazione si parla di violenze paragonate alla serie Tv "Gomorra". Vittime non soltanto pusher e stranieri, ma anche nostri connazionali, innocenti ma finiti comunque nel mirino dei soggetti arrestati (emblematico il caso di un cittadino incastrato con prove false, ridotto in manette e pestato a sangue all'interno dei locali della caserma). Fra i reati anche quelli di estorsione, spaccio ed appropriazione di sostanze stupefacenti. Ci sarebbero inoltre delle certificazioni compilate da uno dei militari e poi impiegate dagli spacciatori per andare ad acquistare droga a Milano in piena emergenza sanitaria, quando il Paese si trovava in lockdown.

A denunciare quanto avvenuto all'interno della caserma proprio un carabiniere, che avava prestato servizio a Piacenza. Le dichiarazioni del militare hanno permesso di avviare le indagini, condotte dagli uomini della guardia di finanza con la collaborazione con i colleghi di Fiorenzuola d'Ardade e gli agenti della polizia locale.

Le intercettazioni

Sconvolgenti i contenuti delle prime intercettazioni rilasciate dalla procura di Piacenza. In una di queste si sente chiaramente uno dei carabinieri dichiarare: "Minchia adesso ti devo racconta quello che ho combinato...ho fatto un'associazione a delinquere ragazzi! Che se va bene...ti butto dentro, nel senso a livello di guadagno".

"In poche parole abbiamo fatto una piramide: sopra ci siamo irraggiungibili, ok? A noi non ci deve cagare nessuno", viene poi candidamente ammesso. "Però Davide i contatti ce li ha tutti lui, quelli grossi!", continua il carabiniere intercettato, come riportato da "AdnKronos"."Lui siccome è stato nella merda, e a Piacenza comunque conosce tutti gli spacciatori, abbiamo trovato un'altra persona che sta sotto di noi. Questa persona qua va tutti da questi gli spacciatori".

E ancora: "Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba… vendi questa qua, altrimenti non lavori!", "La roba gliela diamo noi! Poi lui… loro a su… a loro volta avranno i loro spacciatori… quindi è una catena che a noi arriveranno mai".

"A me interessa l'erba, a me l'im…io l'importante è che ho l'erba (...) a me mi interessa l'erba di averla sempre", prosegue uno degli arrestati.".. Io dell'erba non posso fare a meno, in settimana così faccio il viaggio... mi faccio un unico perché così se riesco vengo a prendere sia l'erba che la coca…vengo a prendere tutti e due. Una già l'ho venduta e già c'ho pure i soldi".

Dei militari fermati, 5 si troverebbero in carcere, uno è ristretto agli arresti domiciliari, 3 hanno l'obbligo di firma, ed uno l'obbligo di dimora.

La reazione dell'Arma

Dolore e sconcerto da parte dell'Arma dei carabiniari. Il primo a commentare è stato il comandante provinciale di Piacenza Massimo Savo, che ha dichiarato al quotidiano 'Libertà': "Per noi è come un colpo al cuore. Da parte nostra c'è totale disponibilità a collaborare per fare piena luce sui fatti".

Piena collaborazione espressa dal Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, che conferma di aver già provveduto alla"sospensione dall'impiego nei confronti dei destinatari del provvedimento giudiziario, nonché la contestuale valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico". Oltre ai gravi episodi di cui si sono resi protagonisti, gli arrestati sono anche ritenuti responsabili "dell'incommensurabile discredito che gettano sull'impegno quotidianamente assicurato dai carabinieri al servizio dei cittadini e a tutela della legalità".

"I reati ipotizzati sono gravissimi e per questo motivo procederemo con il massimo rigore, avendo sospeso tutto il personale coinvolto, proseguiremo sempre con la massima severità per l'accertamento in via autonoma disciplinare della posizione dei singoli", ha dichiarato con grande amarezza il comandante generale dell'Arma dei carabinieri Giovanni Nistri nel corso di un'intervista rilasciata al "Tg1". "Episodi come questi possono intaccare la fiducia nell'Arma, ma io devo parlare a tutela dei 100mila carabinieri che ogni giorno e ogni notte sul territorio espletano il loro dovere al meglio delle loro possibilità. Solo quest'anno abbiamo avuto oltre mille feriti, durante i momenti peggiori del lockdown non abbiamo chiuso caserme, abbiamo avuto 800 contagiati e dieci vittime, il numero in assoluto più alto di tutte le forze dell'ordine e delle forze armate. Speriamo dunque che quello che viene fatto dai più possa cancellare nella memoria quello che di male è stato fatto, o sarà accertato se sia stato fatto, da chi non è degno di indossare questa divisa".

Il senso del dovere dell'Arma non è venuto meno neppure in questa giornata terribile. Per garantire la sicurezza della popolazione, dal momento che la caserma di via Caccialupo è stata sequestrata, sono stati immediatamente inviati 8 carabinieri e 2 stazioni mobili e per continuare a tutelare la comunità.

Le dichiarazioni della procura di Piacenza

In mattinata si è tenuta la conferenza stampa del procuratore capo Grazia Pradella, che ha riportato con chiarezza i fatti, soffermandosi sulle indagini. Sono 22 in totale i soggetti fermati, del quali fanno parte 10 carabinieri ed un militare del Corpo. Le accuse mosse a vario titolo sono quelle di reato di peculato, abuso d'ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio, lesioni personali aggravate, arresto illegale, perquisizioni ed ispezioni personali arbitrarie, violenza privata aggravata, tortura, estorsione, truffa ai danni dello Stato, ricettazione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. L'indagine, denominata "Odysseus", è durata circa 6 mesi. Oltre alla caserma, sono stati sottoposti a sequestro anche diversi conti correnti, alcune vetture ed una villa con piscina.

"Faccio un po' fatica a definire questi soggetti dei carabinieri. Non c'è stato nulla o quasi nulla di lecito, per quello che abbiamo potuto percepire", ha esordito il procuratore Pradella."Gli attuali imputati sono stati monitorati minuto per minuto attraverso intercettazioni telefoniche e soprattutto telematiche. Tutti gli illeciti più gravi contestati sono stati commessi in epoca Covid, in piena epoca lockdown e con disprezzo delle più elementari regole di cautela imposte dalla presidenza del Consiglio attraverso i vari decreti via, via emanati", ha aggiunto, come riportato da "AdnKronos", spiegando come un solo carabiniere facente parte della caserma non sarebbe risultato coinvolto.

"I fatti sono di estrema gravità, ma non intaccano la fiducia che la procura della Repubblica di Piacenza ha nei confronti dell'Arma dei carabinieri", ha proseguito Pradella. "Abbiamo poi il rilascio di false attestazioni da parte del pubblico ufficiale finalizzata al trasporto dello stupefacente in periodo covid. Non se lo merita l'Arma ma non se lo merita neanche la città di Piacenza, la città stava contando i suoi morti e questo signore firma e controfirma un'autocertificazione per permettere allo spacciatore di muoversi verso la Lombardia per procacciarsi lo stupefacente dicendo: 'Se ti fermano fai vedere che sei stato già controllato dai carabinieri della caserma' e ci mette il timbro".

Non solo le violenze in caserma. Secondo quanto emerso dall'ordinanza firmata dal gip Luca Milani, il clima di terrore instaurato dai soggetti si estendeva anche al di fuori della loro sede. Si parla di intimidazioni ed aggressioni anche all'interno di una concessionaria, datate 4 febbraio. Deciso ad acquistare un'Audi A4 alla cifra da lui stabilita, ossia 10mila euro, uno dei carabinieri si era presentato con la propria arma di ordinanza, usata per minacciare i dipendenti. Con lui un altro degli arrestati, ed altre persone.

Le reazioni politiche

Sul caso è intervenuto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che ha definito gli episodi come fatti "inauditi ed inqualificabili", che rischiano di infangare l'immagine dell'Arma, composta da 110.000 mila uomini e donne che lavorano con altissimo senso delle Istituzioni. "Da subito sia l'Arma dei carabinieri che il Ministero della Difesa hanno dato la massima disponibilità a collaborare con la magistratura affinchè si faccia completa luce sulla vicenda", ha dichiarato Guerini, come riportato da "Agi"."Il Comandante Generale Nistri mi ha confermato di aver immediatamente assunto tutti i provvedimenti possibili e consentiti dalla normativa vigente nei confronti del personale coinvolto".

Duro l'intervento del leader della Lega Matteo Salvini, da sempre schierato dalla parte delle forze dell'ordine. "Chi sbaglia, paga: vale per tutti e ovviamente anche per chi indossa una divisa", ha dichiarato l'ex vicepremier, come riportato da "LaPresse". "L'eventuale errore di pochi non sia la scusa per infangare donne e uomini in divisa che rappresentano una delle parti migliori del Paese. Troppo spesso abbiamo visto indagati con l'accusa di essere torturatori, poi assolti senza nemmeno una scusa", ha proseguito.

Massima fiducia nella magistratura e solidarietà agli uomini ed alle donne in divisa che lavorano ogni giorno con grande professionalità sono state espresse da Matteo Rancan e da Luigi Merli, rispettivamente capogruppo regionale della Lega in Emilia-Romagna e responsabile provinciale piacentino della Lega. "Se qualcuno ha sbagliato, giusto che paghi", hanno dichiarato i due rappresentanti del Carroccio."L'impegno e l'abnegazione dell'Arma dei carabinieri e delle forze dell'ordine tutte assumono una valenza ancor più rilevante se valutate nel difficile contesto del periodo storico che stiamo attraversando e nel quale esse stesse si trovano ad operare".

Sostegno alla magistratura anche da parte di Fratelli d'Italia, anche se la leader Giorgia Meloni ritiene "incomprensibile" il sequestro della caserma. "È una misura senza precedenti, che ci auguriamo possa essere al più presto revocata. L'Arma è e rimane un punto di riferimento insostituibile degli italiani e non permetteremo che qualcuno utilizzi l'inchiesta di Piacenza per infangare il lavoro quotidiano di oltre 110mila uomini e donne che con abnegazione fanno il proprio dovere", ha dichiarato la Meloni, come riportato da "AdnKronos".

Durissimi anche i CinqueStelle: "Se ci sono dei colpevoli è giusto che paghino fino in fondo per quanto hanno fatto", hanno affermato i rappresentanti grillini in Commissione giustizia alla Camera. "La nostra solidarietà va alle vittime dei presunti abusi e all'Arma dei Carabinieri che da sempre è al servizio dei cittadini ed è composta da persone per bene, professionisti sempre al lavoro per la nostra sicurezza".

Sconcerto da parte del governatore dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini."Accuse gravissime, che ledono l'Arma dei Carabinieri e colpiscono una città, Piacenza, che più di tutte ha sofferto durante la pandemia", ha commentato il presidente della Regione. "Auspico sia fatta la massima chiarezza su quanto accaduto".

Grande amarezza manifestata dal sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri: "Non dobbiamo permettere che l'azione illegale di un nucleo ristretto getti discredito sull'onestà, sulla dedizione e sulla generosità con cui i carabinieri si spendono ogni giorno, con coraggio e spirito di sacrificio, in nome del bene comune.

Ora più che mai, con piena fiducia nella magistratura, dalle istituzioni deve giungere un appello forte e unitario al rispetto della legge, ma anche un messaggio di riconoscenza nei confronti delle donne e degli uomini che indossano la divisa dell'Arma", ha dichiarato, dopo aver espresso il proprio sgomento per la vicenda.

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