"I porti europei non vanno chiusi". E i sindaci fanno patti con Ong

A pochi mesi dalle Europee riparte la campagna di reclutamento dei buonisti, che cercano alleanze tra gli altri primi cittadini disposti ad andare contro le leggi nazionali

"I porti europei non vanno chiusi". E i sindaci fanno patti con Ong

I porti chiusi in Italia continuano ad agitare i sonni dei buonisti di tutta Europa, che proprio non riescono ad accettare ancora la volontà popolare e a tre mesi dalle elezioni Europee tentano l’ennesima adunata dal sapore propagandistico.

Arriva quindi un nuovo patto, finalizzato al supporto delle Ong impegnate a traghettare migranti verso l’Italia attraverso Mediterraneo, per contrastare “l’involuzione dei principi fondativi del progetto europeo e riportarli a galla”. Queste le finalità espresse, come riportato dal “Giornale di Sicilia”, a margine dell’alleanza stretta tra i sindaci di alcune città italiane (Milano, Bologna, Palermo, Siracusa, Latina) e spagnole (Barcellona, Madrid, Saragozza, Valencia). Il tutto alla presenza dei rappresentanti delle più celebri Ong, quelle che hanno siglato il patto “United4Med”, vale a dire Sea Watch, Proactiva Open Arms e Mediterranea.

Un accordo benedetto dallo stesso papa Francesco che, in un’udienza privata, ha avuto modo di parlare proprio con le due donne sindaco delle città di Madrid e Barcellona (Manuela Carmena e Ada Colau) e con il fondatore di Open Arms Oscar Camps. I sindaci dell’accoglienza chiamano a raccolta altri colleghi, invitandoli ad aderire all’iniziativa, e ad opporsi alle politiche di chiusura ai migranti. “Il Mediterraneo, casa comune di civiltà millenarie sta diventando la fossa comune di migliaia di giovani. Dinanzi a questo orrore la replica non può essere la negazione dei diritti umani. Salvare vite non è un atto negoziabile e negare la partenza alle navi o rifiutarne l'entrata in porto è un crimine.

Ada Colau, prima cittadina di Barcellona, è convinta. “Non siamo soli, siamo milioni di persone e siamo pronti a fare tutto il possibile, attraverso azioni istituzionali e giudiziarie, denunciando un blocco che sta violentando i diritti umani. È il momento di impegnarsi e difendere la vita e sono sicura che siamo la maggioranza in Europa”.

Contro i porti chiusi si schiera, ovviamente, anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, da sempre grande sostenitore dell’accoglienza ad oltranza. Eversivo è chi viola le dichiarazioni universali dei diritti umani”, ricorda quando qualcuno parla del suo ruolo di antagonista di fronte ad una legge nazionale. “Dobbiamo creare una rete parallela e integrata di solidarietà. L’allarme sicurezza è infondato, sono loro che alimentano la paura. Dunque dobbiamo fare atti di 'disobbedienza costituzionale' verso un decreto che è incostituzionale”, attacca il primo cittadino di Bologna Virginio Merola.

Anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris si accoda: “Salvare vite è un dovere, lasciare persone in mare è un crimine. Vogliono distruggere modelli d’integrazione. E noi lavoriamo per integrare, il decreto sicurezza aumenta l’insicurezza”. Il senatore Pd Luigi Manconi si dice entusiasta. “È un primo passo di un percorso che non nasce dal nulla. È un’alleanza tra Ong e Comuni che hanno svolto un ruolo attivo nella rete d’accoglienza”.

L’appello contro i porti chiusi riceve una replica da parte di Salvini, che chiarisce

in modo esplicito le differenze tra il 2018 ed il 2019. Da gennaio sono arrivati 202 migranti, contro 4731 dello scorso anno (il 95,73% in meno). Le espulsioni, 629, risultano 3 volte superiori numericamente agli ingressi.

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