Premier per caso cabarettista vero

Premier per caso cabarettista vero

Quando un giorno i cabarettisti scriveranno la vera storia di questo strabiliante governo, non potranno che estasiarsi davanti alle performance del professor avvocato Giuseppe Conte, il quale peraltro ci è molto simpatico dal momento che si è assunto e da solo il ruolo che una volta era di ben due fratelli De Rege. Ricordate? «Vieni avanti, cretino» diceva Carlo Campanini a Walter Chiari con la bombetta calata sugli occhi. Ecco: Conte si è assunto il ruolo perfetto (per un comico di razza) di chi non ha capito ciò che succede ma lo sa spiegare agli altri come un professore in cattedra, qual egli d'altronde è. Sempre all'erta (lo remunerano per questo) sa affrontare i giornalisti che per strada a Bruxelles gli chiedono se ha idea di quel che succede a Roma fra manine, manone, manette, minute, Salvini imbufalito con Di Maio, imbufalito con Giorgetti. Ed è allora che il mono-fratello De Rege assume le espressioni del grande artista: «Io? Dovrei saperlo? Quando dite che è stato? Forse ero a cena fuori?». Sia chiaro: non abbiamo intenzione di mettere alla gogna il primo ed unico primo ministro per caso della Storia.

Ci fa sorridere, questo sì, ma lo rispettiamo perché vediamo ripetersi in lui la nemesi dei rois fainéants, i Merovingi francesi, re per caso, tutti inutili e stupefatti, di cui il preferito resta il buon re Dagoberto che aveva indossato le braghe alla rovescia, ma che poi, allertato dai giornalisti dell'epoca, non esitò un attimo a rimettersele al dritto.

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