C’è allarme tra la comunità scientifica per una notizia che arriva dall’università del Texas A&M dove è stata identificata una nuova variante del Covid-19, il cui genoma suggerisce una potenziale resistenza agli anticorpi. Questa è stata nominata come “variante BV-1” per la sua origine nella Brazos Valley. Nonostante faccia parte delle migliaia che vengono scoperte ogni giorno tramite i test molecolari, sta comunque preoccupando gli scienziati perchè rappresenterebbe un'evoluzione più aggressiva del virus. Sebbene sia stato trovato un solo un individuo che ha mostrato sintomi lievi, gli scienziati della Texas A&M hanno deciso di divulgare le informazioni in loro possesso, dopo averla scoperta e testata in laboratorio. Questo perchè nonostente abbia marcatori genetici simili ad altre varianti, mostra un'inaspettata resistenza agli anticorpi neutralizzanti.
Ben Neuman, responsabile del laboratorio di virologia dell’Università, nel comunicare la scoperta ha espresso un suo parere in merito: “Nonostante l’informazione si basa esclusivamente sull’analisi della sequenza genetica eseguita in laboratorio, questa variazione, pur avendo una combinazione di mutazioni simili ad altre varianti notificatili a livello internazionale, combina marcatori genetici a rapida diffusione e ad alta resistenza agli anticorpi neutralizzanti”. Ovviamente non sono state apprese appieno le potenzialità della BV-1 e da qui la decisione di diffondere il comunicato, per creare una maggiore attenzione a livello mondiale.
La scoperta
Il primo campione di questa nuova sequenza è stato prelevato il 5 marzo dalla saliva di uno studente dell’Università del Texas A&M, come parte di un programma di test di routine. Il 25 marzo un secondo campione ha confermato la variante e la positività dello studente che fortunatamente ha mostrato solo segni leggeri dell'infezione. Questo però ha dimostrato come la BV-1 potrebbe causare un’infezione più duratura rispetto a quella tipica del Covid e, altra novità preoccupante, soprattutto su una popolazione giovane compresa tra i 18 e i 24 anni. Solo il 9 aprile con un terzo test, sempre su un campione di saliva, il ragazzo è risultato negativo a conferma della resistenza della variante.
Dopo questa scoperta gli scienziati dell’Università del Texas hanno stilato un documento con le informazioni raccolte inviandole al centro Desease Control and Prevention di Atlanta e depositandole anche perso il Gisaid che è un’associazione scientifica a livello globale con sede in Svizzera, che raccoglie e fornisce dati genomici dei virus influenzali e del Coronavirus.
Il virologo Neuman ha affermato che si stanno effettuando tamponi a tappeto verso tutti gli studenti dell’Università dove è stato trovato lo studente infetto, per individuare eventuali nuovi casi della variante anche tra gli asintomatici. Tutto questo facendo una corsa contro il tempo prima che questa possa diffondersi in maniera importante. Lo scopo è quello di fornire più informazioni possibili agli scienziati di tutto il mondo, responsabili delle politiche di contenimento della salute pubblica per limitare la trasmissione di questa variante.
“Il sequenziamento - ha concluso il professore - aiuterà a fornire un sistema di allerta precoce per le nuove varianti potenzialmente pericolose,
anche se al momento non è certo di come la scoperta della BV-1 possa impattare e in quale modo. È comunque importante una stretta sorveglianza e test genomici anche tra la popolazione giovane e con sintomi lievi”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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