È Gorizia l'ultima frontiera. Dopo il blocco ungherese, il fiume di migranti si è diretto verso la Croazia. Ha attraversato il confine, oltre tredicimila persone in poche ore.
Ora il flusso punta verso l'Austria e già si segnalano i primi arrivi in Slovenia. Da Lubiana, il segretario di Stato del ministero dell'Interno, Bostjan Sefic, ha fatto sapere che prevede almeno mille arrivi nelle prossime ventiquattr'ore. Il premier sloveno Mio Cerar ha chiuso invece all'ipotesi di corridoi umanitari.
Ma se, com'è ampiamente previsto, Vienna dovesse chiudere le frontiere, i profughi non avrebbero aperta che la via del Friuli. Il fiume carsico dei migranti potrebbe dunque riapparire, molto presto, in Italia.
Nel Nord est l'allerta è ormai alta da giorni. Il prefetto di Gorizia è in costante contatto con le autorità consolari di Zagabria, nel tentativo di monitorare consistenza e direzione degli arrivi. Il capoluogo isontino, da mesi sotto pressione per la mole spropositata di richieste di asilo, è infatti l'unica sede regionale di una commissione territoriale che valuti le richieste di asilo.
Le strutture goriziane non sono assolutamente in grado di sopportare la presenza di un flusso di arrivi così consistente. Dalla giunta regionale capitanata da Debora Serracchiani cercano di gettare acqua sul fuoco, ma il tentativo non è molto convincente: "Stiamo seguendo da vicino e con attenzione gli sviluppi delle rotte - commenta l’assessore regionale, Gianni Torrenti - Oltre che con le autorità della Croazia siamo in contatto con l’ambasciata d’Italia a Zagabria, dalla quale riceviamo aggiornamenti ora per ora, in modo da non essere colti di sorpresa, comunque evolva la situazione: È prudente che nulla vada escluso a priori, ma non ci sono al momento conferme che le rotte dei profughi si stiano indirizzando verso ovest, cioè in direzione del Fvg."
L'Austria infatti, come scrive il quotidiano locale Messaggero Veneto, avrebbe già inviato trecento uomini al confine sloveno, pronti a chiudere la frontiera non appena la piena del fiume umano dovesse ingrossarsi. E anche il sindaco Ettore Romoli mette prudentemente le mani avanti: " Lo scenario internazionale non promette nulla di buono - spiega il primo cittadino - anche per la nostra città. Al momento non ci sono iniziative particolari al vaglio, perché non è corretto fasciarsi la testa prima che le cose accadano: certo è che se quel fiume di persone che hanno cambiato rotta dovessero spingersi verso i nostri confini, sarebbero dolori."
La Slovenia nel frattempo ha chiuso i confini con Croazia e Ungheria, ma quella di Lubiana è una barriera non certo impermeabile: i migranti già arrivati in territorio sloveno, scrive Il Piccolo, sarebbero già diverse decine.
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