Il principe Harry festeggia il Ramadan e i sudditi lo criticano

Il principe ha festeggiato ieri la fine giornaliera del Ramadan insieme agli islamici di Singapore. Sui social parte la critica: "Vada in ospedale a visitare i feriti"

Il principe Harry festeggia il Ramadan e i sudditi lo criticano

Il principe Harry del Regno Unito ha partecipato ieri alla cerimonia per la fine giornaliera del Ramadan in occasione di una visita alla comunità islamica di Singapore. Il gesto del principe, che ha mangiato insieme ai leader islamici proprio all'indomani degli attentati di Londra in cui almeno 7 persone hanno trovato la morte in un attentato che con ogni probabilità è di matrice islamista, ha provocato e continua a provocare polemiche e dibattiti fra i sudditi.

Sulla pagina Facebook del quotidiano londinese Evening standard , che ha pubblicato la notizia, i commentatori si dividono nettamente in due: da un lato chi ricorda che "non tutti i terroristi sono musulmani", dall'altro chi chiede al principe di andare ad incontrare le famiglie delle vittime.

"Non ci sarà pace per il Regno Unito finché si permetterà a questi dannati musulmani di mischiarsi a noi - scrive James - Mi dispiace ma stiamo perdendo e se non ci allineeremo presto a Donald Trump la Gran Bretagna sarà in ginocchio", mentre Derek invita il secondogenito di Carlo e Diana a recarsi in ospedale per visitare i feriti.

D'altro canto, però, c'è anche chi elogia il gesto del principe come distensivo e antirazzista, non senza più di un richiamo alla madre, l'indimenticata Lady D. "Ben fatto - scrive Aisha - Non dimentico che la principessa Diana era solita indossare le vesti islamiche tradizionali quando visitava il Pakistan, si accostava ad ogni essere umano senza distinzioni di razza o di religione e aiutava tutti. Harry sta seguendo le sue orme".

Tuttavia, fra i commenti dell'uno o

dell'altro segno, non manca chi sceglie il sarcasmo per commentare amaro: "non vedo proprio l'ora di un'altra veglia sul ponte di Londra, con i musulmani in lutto per la perdita di tante vite che chiedono pace."

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