Insulti, minacce ed aggressioni: da nord a sud i casi di violenze nelle corsie dei Pronto Soccorso italiani sono, ormai, un triste fenomeno in rapida espansione.
Una indagine condotta da Simeu, la Società italiana medicina emergenza urgenza, su un campione di 218 ospedali sparsi nell'intero territorio nazionale ha evidenziato che nel periodo compreso tra l'1marzo ed il 30 aprile 2017 in due strutture sanitarie su tre si è verificato un episodio di brutalità contro medici ed infermieri.
Per tentare di porre un argine a questa difficile situazione è stato ideato un particolare progetto sperimentale, della durata di sei mesi, che includerà l'area gestita dall'Ulss4 "Veneto Orientale". Al fine di scongiurare pericoli e far partire in un modo rapido l'allarme in caso di rischio, sono stati distribuiti 200 fischietti al personale dei Pronto Soccorso di San Donà di Piave, Portogruaro e di Jesolo, della Psichiatria, del Servizio per le Dipendenze, del Centro Salute Mentale e del Consultorio Familiare situate nelle già citate San Donà di Piave e Portogruaro.
All'interno degli ambienti più critici, inoltre, questo piccolo ma utile strumento potrà essere appeso al collo tramite un laccetto personalizzato, così da risultare anche una sorta di deterrente contro eventuali minacce, e sarà fornito di sgancio rapido per renderne più facile l'utilizzo.
La località da cui partirà questo innovativo programma non è stata scelta in modo casuale; qui, infatti, nel corso del 2017 sono state registrate bel 45 aggressioni, un numero praticamente doppio rispetto all'anno precedente quando ne sono state segnalate "solo" 23.
La Simeu
afferma, infine, che "il sovraffollamento è la principale causa di difficoltà fra medici e pazienti, è un problema non solo stagionale ma endemico dei nostri Pronto soccorso. Tuttavia resta senza soluzione".
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