Al termine di una udienza straordinaria, la Terza Corte d'Assise di Napoli ha accolto in pieno la richiesta del pm della Dda ed ha condannato il tunisino Mohamed Kamel Eddine Khemiri ad otto anni di reclusione e al versamento di 130 mila euro di risarcimento a favore del ministero dell’Interno e del Consiglio dei Ministri, costituitisi come parte civile con l’Avvocatura dello Stato.
Il 43enne nordafricano residente a San Marcellino, piccolo comune situato in provincia di Caserta, è stato ritenuto infatti colpevole di associazione con finalità di terrorismo di matrice islamica ed in particolare di essere responsabile di azioni miranti al proselitismo ed all’indottrinamento via web per conto del sedicente Stato Islamico. Una attività specifica conosciuta anche come radicalizzazione "on ground".
L’uomo, che oggi si trova nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, è stato arrestato nell'agosto di due anni fa nell'ambito di un'indagine su un gruppo che procurava documenti falsi per i clandestini (un processo a parte, questo, che si è già concluso con una condanna poi ridotta in Appello).
Da quell’attività investigativa è emersa l'azione di proselitismo che Khemiri, frequentatore della moschea di San Marcellino, effettuava per conto dell’Isis. I carabinieri del Ros, infatti, hanno intercettato diverse conversazioni e messaggi che il tunisino diffondeva via Facebook, considerati indizi inequivocabili delle sue tendenze terroristiche.
"Sono dell'Isis finché avrò vita. E se morirò vi esorto a farne parte" è una delle frasi inquietanti che il nordafricano scrisse nel gennaio del 2015, dopo aver condiviso gli attentati di Parigi.
Per le motivazioni della sentenza bisogna comunque aspettare 90 giorni.
Ma già da ora il suo difensore, l'avvocato Fabio Della Corte, ha annunciato che ricorrerà in Appello.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.