Prova a vendere droga ad agenti in borghese: arrestato marocchino

Un marocchino di 24 anni è stato arrestato a Roma. Aveva avvicinato due persone chiedendo se fossero interessate all'acquisto di marijuana, ma erano due carabinieri in borghese. Nel marsupio dello spacciatore anche un cellulare rubato

Prova a vendere droga ad agenti in borghese: arrestato marocchino

Ha pensato di aver trovato due acquirenti e si è avvicinato proponendo loro di acquistare dosi di marijuana ma, per sua sfortuna, erano due Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro, in servizio in abiti civili. Ed è stato arrestato. È successo a un marocchino di 24 anni, senza fissa dimora e con precedenti. Lo spacciatore "imbranato" è stato fermato in via Manin all'angolo con via Giovanni Giolitti. Perquisito dagli agenti, è stato trovato in possesso di 10 dosi di droga e di un cellulare che si è scoperto essere stato rubato 48 ore prima a una ragazza di 18 anni che ne aveva denunciato il furto.

È un periodo "sfortunato" per chi opera nel mondo della microcriminalità. Dopo la storia del libico che ha rubato il cellulare a una tranquilla famiglia genovese seduta al ristorante, che poi si è scoperto essere formata interamente da poliziotti, a Roma è toccato a uno spacciatore finire in un certo senso vittima della malasorte. L'uomo, un maghrebino di 24 anni, ha avuto l'incauta idea di avvicinare due persone allo scopo di proporre loro l'acquisto di sostanze stupefacenti, per la precisione marijuana.

Il venditore di morte non poteva sapere di avere a che fare con un paio di carabinieri impegnati in un servizio antidroga: lo spacciatore è stato fermato dagli agenti che lo hanno trovato in possesso di 10 dosi di droga già confenzionate oltre a un cellulare di ultima generazione. Lo smartphone è risultato rubato due giorni prima ad una 18enne romana, che ne aveva denunciato il furto ai Carabinieri della Stazione Roma Trastevere.

La droga e il telefono sono stati sequestrati

mentre l'arrestato è stato portato in caserma e trattenuto nelle camere di sicurezza, in attesa del processo per direttissima. Dovrà difendersi dalle accuse di spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione.

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