L'ibuprofene è uno dei più comuni antidolorifici e antinfiammatori che si possono trovare in farmacia, ma con la nuova ondata estiva di Covid-19 è improvvisamente diventato quasi introvabile. L'ibuprofene è infatti tra i farmaci più comunemente consigliati per contrastare febbre, dolori muscolari, cefalea, ossia i sintomi più comuni che si riscontrano quando si prende il Covid.
"La carenza è generale, per tutte le forme di ibuprofene - dice alla Repubblica Giuliano Longo, farmacista di Piazza Vittorio - in particolare le formulazioni per bambini, che hanno sapori 'buoni', sono molto difficili da trovare". Secondo il farmacista la ragione è che, se prima era il paracetamolo, il farmaco più indicato dai camici bianchi per chi viene colpito in forma leggera dal virus, adesso "va di moda l'ibuprofene".
"I pazienti arrivano dicendo che il medico, o l'esperto, ha raccomandato ibuprofene. Mi sembra una cosa strumentale, bisogna vendere tutte le molecole e ora è il turno di questa", prosegue il farmacista che anzi, traccia una distinzione tra paracetamolo e ibuprofene. "Quando si ha la febbre il paracetamolo è più indicato perché provoca sudorazione, mentre l'ibuprofene è più indicato per i dolori".
Le fabbriche che producono il medicinale sono in carenza di stock
"Le fabbriche che producono l'ibuprofene sono andate in carenza di stock. I fornitori ci hanno comunicato che c'è un problema a livello di materia prima, ci sono problemi di approvvigionamento - queste le parole di Andrea Cicconetti,presidente di Federfarma Roma riportate sempre da Repubblica - . Fortunatamente l'ibuprofene è molto comune e molto diffuso e si riesce a tamponare ancora con le tante preparazioni generiche, ma se la situazione va avanti così, presto sarà davvero difficile reperirlo, anche per noi".
Intanto sui social migliaia di utenti lamentano la mancanza di questo medicinale - essenziale e quotidiano nelle vite degli italiani: "Come si fa a non
trovare un farmaco come l'ibuprofene in farmacia - scrive un utente su Facebook - in tutta Roma non se ne trova". La speranza è che nelle prossime settimane un calo dei contagi possa ridurre il consumo selvaggio del farmaco.
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