Quei figli nati due volte

Alice si risveglia dal coma. E ricorda a tutti la forza della vita

Quei figli nati due volte

"Mamma, dammi la mano, non mi lasciare". Sono queste le prime parole che Alice ha pronunciato non appena è uscita dal coma. E, di tutta risposta, la madre le ha detto: "Non ti lascio più". Così Alice è nata una seconda volta e, proprio come la prima, aveva accanto la persona che per nove mesi l'ha tenuta in grembo, nutrendola e facendola crescere. Così per 15 anni, fino all'altra sera, quando la massa impaurita della discoteca Lanterna Azzurra stava per strapparle la vita. Un attimo che poteva cambiare tutto. Che poteva invertire quello che dovrebbe essere il corso naturale della vita. Eppure non è successo e Alice e la sua mamma hanno avuto un'altra possibilità.

Giovannino Guareschi, autore troppo spesso dimenticato della nostra letteratura, ha dedicato un racconto proprio al timore che hanno i genitori di perdere i figli. "Al Boscaccio sembrava (...) impossibile che un bambino di due anni potesse ammalarsi. Invece Chico si ammalò sul serio. Una sera, mentre stavamo per tornare a casa, Chico si sdraiò improvvisamente per terra e cominciò a piangere. Poi smise di piangere si addormentò. Non si volle svegliare e io lo presi in braccio". Il piccolo viene caricato su un biroccio e poi portato a casa. La famiglia di Chico si mette quindi a pregare. Sessanta persone in ginocchio sull'erba. Mentre il padre tace: "Fermo come una statua davanti a noi fino alle sette di sera, e tutti pregavano perché avevano paura di mio padre e perché volevano bene a Chico". Ma non c'è nulla da fare. Il bambino sembra peggiorare.

E cosa può fare un padre della Bassa davanti a un dolore simile, se non la cosa più ovvia in quella fetta di terra tra il Po e l'Appennino? "Mio padre prese la doppietta, la caricò a palla, se la mise a tracolla, prese un grosso pacco, me lo consegnò. 'Andiamo', disse". Il padre di Chico va così dal parroco e gli dice: "Soltanto il buon Dio può salvarlo. Oggi, per dodici ore, sessanta persone hanno pregato il buon Dio, ma Chico peggiora e non arriverà a domattina. (...) Reverendo, tu soltanto puoi parlare al buon Dio e fargli capire come stanno le cose. Fagli capire che se Chico non guarisce io gli butto all'aria tutto. In quel pacco ci sono cinque chili di dinamite da mina. Non resterà più in piedi un mattone di tutta la chiesa. Andiamo!".

È la forza della

disperazione. Speranza contro ogni speranza, come scrive San Paolo. Pure il prete di Guareschi lo sa. E non può far altro che pregare e salvare il piccolo Chico (e pure se stesso). E ora lo sanno anche Alice e la sua mamma.

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