Quei medici in prima linea contagiati e beffati

La Regione Campania chiede loro indietro 100mila euro: ecco cosa è successo

Quei medici in prima linea contagiati e beffati

L'amministrazione procederà al recupero di euro 92.000 "che la S.V. dovrà restituire in un'unica soluzione mediante bonifico bancario". Il medico in pensione che ha ricevuto questa lettera è sotto choc. Ma non è solo: sono sessanta i camici bianchi del 118 che hanno ricevuto lettere simili dalla Asl Napoli 1. E altri 260 attendono altrettante richieste di recupero crediti dalle altre Asl della Regione. L'incredibile salasso che le autorità regionali stanno praticando ai medici più esposti al Covid dipende da un classico labirinto burocratico in cui sono finiti i dottori del 118 in molte regioni italiane. Nel 1999, per riuscire a reclutare personale medico per il servizio più faticoso e pericoloso, il pronto intervento in ambulanza, si decise di offrire un incentivo di rischio pari a 10mile lire l'ora dell'epoca, 5,16 euro.

Alla fine dello scorso anno, in piena pandemia e a distanza di vent'anni, la Corte dei conti ha aperto un'inchiesta sull'indennità aggiuntiva. Non c'è ancora una sentenza, ma il solo sospetto dei magistrati contabili che quel denaro sia stato erogato con una procedura che non avrebbe seguito tutto l'iter necessario è bastata a spingere alcune Asl a cautelarsi, preavvertendo i medici che avrebbero dovuto restituire quanto percepito in tutti questi anni. Un modo per cautelarsi di fronte a possibili richieste di danno erariale da parte della Corte dei conti. Ma la Asl Napoli 1 è andata oltre: ha effettivamente iniziato il recupero del denaro, incurante del fatto che a essere coinvolti siano quegli stessi medici che da mesi combattono in prima linea, quelli a cui si è chiesto di soccorrere malati contagiosi di Covid lavorando senza badare agli orari. Incredibile la storia di Corrado Violetti, medico napoletano che durante il suo servizio in prima linea si è anche beccato il Covid. Mentre ai medici attivi la Asl sta trattenendo il quinto dello stipendio, ai dottori come Violetti che si godono un meritato riposo l'autorità sanitaria ha comunicato che devono pagare tutto e subito.

A Violetti, che ha raccontato la sua storia in un evento convocato dall'Anaao con tutte le altre sigle sindacali del settore, è arrivato un conto da 96mila euro. Il medico ha reagito scrivendo una lettera aperta al presidente della Regione Vincenzo De Luca: "Sono uno di quei medici che sin dalla prima ondata del contagio, quando ancora il virus spaventava, ma non se ne conosceva nulla, di giorno e di notte e con pochi strumenti a disposizione per proteggersi ed affrontare il contagio, si recava in casa delle persone disperate perché un loro familiare rischiava di morire". "In quei momenti -rievoca Violetti- non sentivo di essere un eroe, non pensavo di essere speciale e quando alla tv cori di giornalisti e di opinionisti si levavano all’unisono dicendo che quei medici erano degli eroi e mostravano le nostre foto con i volti rigati dai segni delle mascherine o stravolti dalla stanchezza e dall’orrore, io non mi sono mai sentito speciale, ma ho sempre pensato che non facevo altro che il mio lavoro, il mio dovere, con decoro e con dignità".

Violetti ora si sente preso in giro. Umiliato, scrive nella lettera: "L’eccezionale errore burocratico, che vede coinvolti noi tutti medici del 118 e che ci riconosce debitori nei confronti dell’Amministrazione di tali cifre vertiginose, cifre che per noi professionisti del SSR sono inimmaginabili, mi ha prostrato profondamente, non solo perché evidentemente si tratta di una pretesa disperante dal punto di vista economico, ma soprattutto perché onestamente non so più in che cosa credere…. Tale pretesa offende me e la mia professionalità in modo profondo mi umilia". Il primo pensiero corre ai figli: "Quando tornavo da quelle lunghe ore di servizio non potevo stringerli a me, dovevo tenerli a distanza. Ora dovrò spiegare loro che il mio lavoro non era poi così importante". Che invece il lavoro di Violetti resti importante lo dimostra il fatto che, di fronte alla minaccia di uno sciopero del 118 già convocato, il governatore-sceriffo De Luca ha subito dato segni di volersi interessare della questione.

I sindacati hanno sospeso l'agitazione. Ma restano sul piede di guerra. anche perché sospettano che dietro la sollecitudine delle autorità sanitarie ci sia il progetto di smantellamento ed esternalizzazione del servizio 118. Il finale è tutto da scrivere.

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