"Un brindisi alla faccia del pallone gonfiato". Ma la questura blocca le sardine

Le sardine si sarebbero incontrate al Papeete di Milano Marittima per un bagno di gruppo. L’ennesima provocazione dopo la visita del leader della Lega allo stabilimento balneare di questa estate.

"Un brindisi alla faccia del pallone gonfiato". Ma la questura blocca le sardine

La questura blocca le Sardine. I pesciolini avevano annunciato la chiusura del tour anti Salvini a un giorno dal voto per le elezioni regionali in Emilia Romagna. Si sarebbero incontrati tutti al Papeete di Milano Marittima per un bagno di gruppo. L’ennesima provocazione dopo la visita del leader della Lega allo stabilimento balneare di questa estate. Per i pesciolini un’evento simbolico della propaganda politica che loro vogliono abbattere e che dicono abbia caratterizzato la campagna dei leghisti.

Ma la questura ha bloccato l’evento e il motivo sono le regole del silenzio elettorale. Un diktat che Mattia Santori non sente di dover rispettare in quanto loro non sono un partito politico. Di fatto però, negli ultimi mesi, le Sardine hanno condotto una battaglia che ha sostenuto dal basso tutta la campagna elettorale del candidato del centrosinistra Stefano Bonaccini. La questione è sottile. In fondo i banchi di pesciolini fanno politica senza esserne parte integrante. La propaganda c’è. È evidente.

Il movimento di giovani contro la politica dell’odio - come la definiscono loro - non ha mai nascosto di essere schierato a sinistra. Lo ammette anche oggi, Mattia Santori, che prima di ritrovarsi al pranzo di gruppo in un ristorante di Milano Marittima risponde ai microfoni sul voto di domani: “Tutti sanno da che parte stiamo e cosa speriamo per questa regione che amiamo” e poi si erge a rappresentate del centrosinistra e dichiara, utilizzando il plurale: “non esulterò se vinciamo e non mi strapperò i capelli se perdiamo”.

Niente polemica sul no al tuffo nelle acque della riviera romagnola: "Noi abbiamo sempre dialogato con la questura, va bene così, lo accettiamo", dicono. Ma, la delusione si fa sentire, e il dispiacere delle sardine che hanno dovuto rinunciare alla chiusura del loro serratissimo tour si riversa nei soliti insulti al leader della Lega. “Sarebbe stato bello bersi, visto questo freddo, Sangiovese e Lambrusco alla faccia del pallone gonfiato", dice ai giornalisti Lorenzo Donnoli, altro organizzatore delle Sardine, "Avremmo fatto questo bagno per ribadire da che parte stiamo, quella della costituzione. Al contrario di Salvini che si presentò qui a chiedere poteri forti”. Forse la sardina voleva dire “pieni poteri”.

Ad ogni modo, domani i ragazzi seguiranno lo spoglio tutti insieme da una casa, come un gruppo di amici. Chissà se tra qualche mese non diventeranno protagonisti dello scontro politico. Fino a poco tempo fa l’ipotesi di entrare in politica era stata esclusa a piena voce dalle Sardine.

Oggi che la possibilità di entrare a far parte di una lista di sinistra diventa più concreta (in Toscana la regione si è già fatta avanti e sta cercando di arruolare qualche pesciolino in vista delle elezioni a primavera) gli esponenti del movimento cittadino ritrattano e rispondono vaghi alle domande sul loro ingresso in politica: "Valuteremo", dichiara Lorenzo Donnoli.

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