L'imam somalo arrestato ieri a Campomarino non solo sembrerebbe essere un terrorista pronto a tutto.Ma è anche un ingrato. Perché le prediche contro l'Occidente, contro l'Italia e l'invito a farsi esplodere a Roma, le realizzava nel bel agrivillaggio "Happy Family" in provincia di Campobasso. Dove non mancava nulla: piscina, ombra di alti pioppi, sala ristorante, palestra, campi da calcetto, da bocce e criket, una rete da pallavolo e anche il parcheggio. (Guarda la gallery) Tutto incluso, sul conto - ovviamente - degli italiani.
Il 22enne è un richiedente asilo che è fuggito dalla struttura che lo accoglieva per andare a Roma a fare un attentato. "Cominciamo dalla stessa Italia, andiamo a Roma e cominciamo dalla stazione", diceva nei suoi sermoni. E ancora: "La guerra ancora continua Charlie Hebdo era solo il precedente di quello che sta succedendo adesso". Infine: "c'è una strada più semplice, quella di attrezzarsi e farsi saltare in aria, che è la via più semplice".
Ecco, questo raccomandabile imam non solo spillava i soldi degli italiani, facendo spendere allo Stato 35 euro al giorno per la sua accoglienza. Nel frattempo addestrava gli altri migrandi al Jihad. L'Isis in riva al mare di Campomarino. Se si va a guardare il sito della cooperativa che gestisce il centro di accoglienza, Cooperativa Pianeti Diversi, si ottengono tute le informazioni relative alla vita all'interno del centro. Non solo le possibilità di svago prima elencate, il villaggio turistico è anche a pochi passi da mare e appena 7 chilometri dal centro di Campomarino. Una pacchia. Il centro - si legge nel sito - "gode di una piacevole posizione all’ombra di un bosco di pioppi ad alto fusto ed è a pochi passi dal mare". Ed ha "31 abitazioni con ingresso autonomo e bagno privato per complessivi 100 posti". Tutto ben tenuto e tutto spesato. Un sogno. Considerando che se un normale cittadino vuole andarci in vacanza deve sborsare una bella cifra.
Tra i comfort offerti c'è anche il servizio di lavanderia e la "pulizia giornaliera e periodica dei locali e degli arredi". Poi colazione, pranzo e cena nella sala ristorante, con "menù non in contrasto con i principi e le abitudini alimentari degli ospiti" rispettando "tutti i vincoli costituiti da regole alimentari dettate dalle diverse scelte religiose". Non manca proprio nulla. E, ovviamente, c'è anche una sala preghiera. Quella dove l'imam somalo inneggiava alla conquista di Roma e al terrorismo.
Viene da chiedersi, allora, come abbia fatto a diventare il capo-religioso della struttura. Chi lo ha autorizzato? "L'imam anziano - racconta a ilGiornale.it una fonte autorevole - si era stufato e ha ceduto lo scettro del potere a questo giovane somalo.
Per evitare disordini gli hanno fatto fare come gli pareva". "In pratica - aggiunge - i responsabili del centro, o meglio i boss della Coop che hanno la gestione del centro, lo avrebbero in qualche modo "nominato" imam".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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