Ragazza bruciata, quello che non torna nella confessione del killer

Dalle ustioni alla dinamica: Sara era già morta prima di essere bruciata?

Ragazza bruciata, quello che non torna nella confessione del killer

C'è qualcosa nella confessione di Vincenzo Paduano che non torna. "Abbiamo cominciato a litigare e io ho tirato fuori una bottiglietta di alcol che avevo portato. L’ho spruzzato nell’auto, anche addosso a Sara. Ma volevo solo spaventarla", avrebbe detto il killer di Sara Di Pietrantonio alle forze dell'ordine, "Quando è scappata ho deciso di rincorrerla. Eravamo vicinissimi. Poi non so bene che cosa è successo. Mi sono acceso una sigaretta e lei ha preso fuoco".

Una confessione che fa acqua da tutte le parti e solleva numerosi dubbi, come racconta il Messaggero. Impossibile - sono convinti gli inquirenti - che mentre le fiamme avvolgevano il suo corpo Sara non abbia provato a fuggire o a spegnerle in qualche modo.

L'ipotesi, che solo l'autopsia potrà confermare, è che Vincenzo abbia in qualche modo tramortito, se non ucciso, la ragazza.

In particolare a non convincere sono le ustioni sul corpo della ragazza bruciata: sono solo sulla schiena, mentre le mani sono intonse, come se la giovane fosse supina e non avesse avuto modo di difendersi. Attorno al cadavere, solo poche foglie bruciate. Possibile che non si sia mossa nemmeno? O forse Paduano ha cercato di occultare le prove dell'omicidio?

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