Un caffè? Da ieri non si può più. I dipendenti della Rai sono rimasti a secco. I bar delle sedi di viale Mazzini e Saxa Rubra, sono stati tutti chiusi. Saracinesche abbassate, chissà per quanto. L'inchiesta "Terra di mezzo" spazza via anche quel po' di vitalità che la caffeina generava tra i dipendenti del servizio pubblico.
L'intreccio mafioso che ha ribaltato la Capitale negli ultimi mesi ha bussato anche al cancello di viale Mazzini: uno degli arrestati di Mafia Capitale è proprio l'imprenditore romano Giuseppe Ietto, titolare della catena Unibar che gestisce i dieci punti all'interno delle sedi RAI (Saxa appunto, poi Teulada, Mazzini, la Dear, via Asiago, e il Circolo sportivo che l'allora vice direttore Comanducci volle ristrutturare raddoppiando i bar e alzando il livello della ricezione senza badare a spese).
Ma i bar della Rai hanno chiuso i battenti dopo mesi di agonia, e mentre l'imprenditore è stato arrestato, i 70 dipendenti stanno pagando le conseguenze della rete di malafarre che si era presa anche "il caffè" della tv pubblica. Basti pensare che solo nei due bar di Saxa Rubra lavorano 20 persone che lo scorso 5 dicembre non hanno ricevuto lo stipendio a causa del sequestro dei conti correnti da parte della magistratura. Venti persone che hanno continuato a lavorare fino a oggi.
Anche se, al momento, resta da capire come sia stato possibile consentire ai tentacoli di Mafia Capitale di
catturare anche il business dei bar della Rai. E se le attività, potevano servire ad un giro più vasto di fatture false nell'ambito più ampio del business costruito a Roma dall'ex Nar, Massimo Carminati.
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