Raid dei Casamonica in un bar: arrestati i quattro aggressori

Quattro arresti per il raid dei Casamonica in un bar alla periferia di Roma: due presi stamattina, gli altri si sono consegnati

Raid dei Casamonica in un bar: arrestati i quattro aggressori

Due persone sono state arrestate questa mattina per il raid compiuto la mattina di Pasqua da alcuni esponenti del clan dei Casamonica in un bar del quartiere della Romanina, alla periferia di Roma. Poco dopo gli altri due responsabili si sono consegnati spontaneamente ai carabinieri di Tor Vergata.

Tutti e quattro sono accusati di lesioni e minacce con aggravante mafiosa dalla procura di Roma, che ieri ha aperto un fascicolo sul caso. "I fatti non resteranno impuniti", ha promesso il ministro dell'Interno, Marco Minniti.

Lo scorso primo aprile, infatti, gli esponenti del clan - tra cui Antonio Casamonica e il cugino Alfredo Di Silvio - sono entrati nel locale pretendendo di essere serviti prima degli altri clienti. La moglie del titolare - invalida civile - si è ribellata ed è stata presa a cinghiate, a calci e a pugni, come mostra il video delle telecamere di sicurezza pubblicato da Repubblica.

Poco dopo Di Silvio e il fratello Vittorio sono tornati e hanno pestato il barista: "Qui comandiamo noi, non te lo scordare: questa è zona nostra. Ora questo bar lo devi chiudere, altrimenti sei morto", lo hanno minacciato. E nuove minacce sono arrivate dopo che il titolare del locale ha deciso di denunciare il raid.

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere riguardano, nel dettaglio, Antonio Casamonica (26 anni), con precedenti di polizia per estorsione, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale, falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità personale, sottoposto ad avviso orale; Alfredo Di Silvio (22 anni), precedenti per spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, sottoposto a misura di prevenzione patrimoniale con relativo sequestro di beni; Vincenzo Di Silvio, nato a Frascati, 28 anni, con precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti, sottoposto a misura di prevenzione patrimoniale con relativo sequestro di beni, sottoposto ad avviso orale; Enrico Di Silvio (ai domiciliari), 71 anni, con precedenti per rissa, danneggiamento, oltraggio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, sottoposto a misura di prevenzione patrimoniale con relativo sequestro di beni.

Alfredo Di Silvio e Antonio Casamonica sono ritenuti responsabili di "lesioni personali pluriaggravate dai futili motivi", per aver percosso la donna, parzialmente disabile ed invalida civile, con una cintura e per averla costretta con violenza e minacce reiterate, e sottraendole il cellulare, a non contattare le forze dell’ordine. Alfredo e Vincenzo Di Silvio sono accusati in concorso di "lesioni personali aggravate dai futili motivi", per aver colpito violentemente il gestore del bar con un’arma impropria; per aver costretto i due coniugi con violenza e minacce a tenere il bar chiuso per 2 giorni; per averne distrutto o danneggiato irreparabilmente arredi e suppellettili. Enrico Di Silvio è indagato per aver tentato con violenza e minacce reiterate di costringere i gestori del locale a ritirare la denuncia presentata nei confronti dei nipoti, offrendo anche soldi, e pronunciando la frase "allora volete la guerra" . Per tutti c’è l’aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso.

"Appare evidente che i Casamonica e i Di Silvio siano assurti a 'padroni' del territorio dove c'è il bar - scrive il gip Clementina Forleo nella

ordinanza di custodia cautelare - e che l'aggressione della donna prima e la spedizione punitiva nei confronti del barista, con annessa devastazione del locale dopo, abbiano costituito una rivendicazione di tale diritti".

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