Ladro e pure stupratore seriale. Ma il ghanese era libero in Italia

Il 30enne, con una lunga scia di crimini commessi dal 2004 quando ancora era minorenne, aveva fatto perdere le proprie tracce per la seconda volta nel 2017

Ladro e pure stupratore seriale. Ma il ghanese era libero in Italia

Un ghanese, stupratore seriale ricercato, è finalmente finito dietro le sbarre a Reggio Emilia, anche se il fermo è arrivato a causa di una semplice rissa a cui aveva partecipato.

Ofori Bright, questo il suo nome, aveva fatto perdere le proprie tracce nel 2017 e si era dato alla macchia, dopo una lunga serie di crimini alle spalle commessi a partire dal 2004.

Il primo arresto del 30enne africano a Bologna, quando, ancora minorenne, rapinò due ragazzine. Dopo due anni di carcere minorile, nel 2007 ottenne dal giudice l’autorizzazione a lavorare la mattina ed a rientrare nella struttura detentiva la sera. Tutto fino al marzo 2007, quando il ghanese non fece ritorno in carcere.

Durante questa prima latitanza sequestrò, pestò e stuprò brutalmente una 54enne che lavorava presso la stazione ferroviaria di Reggio Emilia. Grazie ai filmati di alcune videocamere di sorveglianza, gli inquirenti lo identificarono e riuscirono a farlo tornare dietro le sbarre. Per lui una condanna a 8 anni, scontata tra vari carceri minorili, tra cui Bologna, Palermo e Cagliari.

Fu protagonista di un’evasione nel 2009 in collaborazione con un complice e tornò a delinquere già dal giorno successivo alla fuga, quando rapinò un uomo, sottraendogli anche un cellulare. Proprio grazie al rintracciamento del telefono fu possibile nuovamente individuare la sua pozizione. Ofori, arrestato nei pressi della stazione di Milano, tornò in carcere dopo 11 giorni dall’evasione.

Durante la pur breve latitanza, oltre alla sopra citata rapina, il ghanese commise anche un altro terribile stupro. Vittima stavolta una bulgara di 40 anni, aggredita in un’area verde a Casalecchio di Reno (Bologna). Determinante la testimonianza della donna, che inchiodò il 30enne alle sue responsabilità dopo averlo riconosciuto in una foto segnaletica.

A seguito del processo la condanna a 5 anni di reclusione in carcere, tuttavia, dopo qualche tempo trascorso nella casa circondariale della Dozza, Ofori viene scarcerato e fugge, riprendendo la sua latitanza.

Tutto almeno fino alla scorsa notte quando, a causa di una rissa, le forze dell’ordine hanno potuto rispedirlo dietro le sbarre del carcere di Reggio Emilia, sperando che stavolta possa rimanerci.

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