Ilva, Puglia impugna piano ambientale. Calenda: "Vendita a rischio"

I ministri Calenda e Galletti si dicono stupiti ed è scontro istituzionale

Ilva, Puglia impugna piano ambientale. Calenda: "Vendita a rischio"

"Se il Tar di Lecce accoglie l'impugnativa, l'amministrazione straordinaria dovrà procedere allo spegnimento dell'Ilva. Questo mentre c'è un pacchetto da 5,3 mld di euro di investimenti sul tavolo. Per ora verrà congelato il negoziato aspettando la decisione del Tar di Lecce sull'impugnativa del governatore della regione Puglia, Emiliano, e del Comune di Taranto". Sono queste le parole del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda all'assemblea della Cgil sull'acciaio all’indomani del ricorso di Regione e Comune. "Sono inutili i tavoli - ha continuato ancora il ministro - finché non è chiara la situazione. Stiamo assistendo a una pura fuga dalla realtà", ha insistito "questo gioco della deresponsabilizzazione deve finire".

Intanto il ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, a margine di un convegno di Confindustria, si è detto perplesso sulla nuova posizione della Regione Puglia. "Io non capisco - ha detto il ministro - come si possa tentare di mettere in discussione un piano forte con un'azienda seria dall'altra parte. Chi fa queste cose se ne assume la responsabilità, io ho la coscienza a posto".

"Abbiamo presentato un piano ambientale corredato da uno industriale dove si spendono oltre 2 miliardi per l'ambientalizzazione. E fino alla fine del processo la produzione avrà un tetto di sei milioni di tonnellate d’acciaio l'anno che è quello che l'Ilva produce oggi", ha aggiunto Galletti.

Ma cosa è successo esattamente? La Regione Puglia ha impugnato il Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 29 settembre scorso che ha modificato il Piano Ambientale dell'Ilva di Taranto. "Il Decreto è illegittimo - sostiene il presidente della regione Puglia Michele Emiliano - concede di fatto una ulteriore inaccettabile proroga al termine di realizzazione degli interventi ambientali di cui alle prescrizioni Aia (Autorizzazione integrata ambientale ndr) già da tempo scadute e sinora rimaste inottemperate".

Il decreto consente all'Ilva di proseguire sino al 23 agosto 2023 l'attività siderurgica "nelle stesse condizioni illegittime e non più ambientalmente sostenibili addirittura precedenti alla prima Aia nonché alle Bat (best available techniques ndr) per la produzione di ferro e acciaio pubblicate nel 2012. Il Governo peraltro ha totalmente ignorato le osservazioni della Regione Puglia - ricorda Emiliano - formalmente presentate nell'ambito del procedimento concluso con il Dpcm impugnato, senza alcuna giustificazione, agendo in violazione dei più elementari principi di pubblicità, trasparenza e imparzialità e in spregio al dovere di leale collaborazione istituzionale che dovrebbe ispirare il comportamento della Pubblica Amministrazione".

Dopo il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, anche il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, conferma l'annunciato ricorso al Tar del Lazio contro il decreto del presidente del Consiglio relativo al nuovo piano ambientale dell'Ilva proposto da Am Investco con un investimento di 1,1 miliardi di euro e interventi sino ad agosto 2023. "Basta coi trucchi, basta con i numeri al lotto, basta con gli sgarbi politici ed amministrativi, basta con la flagellazione sistematica di un intero territorio, basta con il furto del futuro dei nostri bambini: si va al Tar se in questo Paese esistono ancora dei valori non negoziabili dinnanzi al mercato, e magari ora non ci si ferma nemmeno alla giurisprudenza nazionale", dice Melucci.

"Avevo allertato - prosegue - ministri e viceministri, anche quelli pronti a ricandidarsi a marzo in Puglia, che con Taranto non si poteva scherzare più. Ma nulla, abituati come sono a parlare per slogan e a non dare seguito formale alle parole, mi hanno considerato loro simile. Eppure ero stato chiaro.

Avevo chiesto - dice il sindaco - un tavolo esclusivo per Taranto e mi hanno invitato insieme a una quarantina di altri enti. E ho educatamente declinato l'invito. Non disertato". "Prendo atto che questo governo a scadenza - afferma ancora Melucci - non dimostra di tenere ad intessere rapporti costruttivi con Taranto".

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