Renzi-Calenda patto dei polli, il minibus di Letta e Bettini: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la lista del Pd, il tunnel sotto Roma e Bonaccini

Renzi-Calenda patto dei polli, il minibus di Letta e Bettini: quindi, oggi...

- oh bello eh il simbolo di “Noi moderati”. Però forse un tantino pieno. Per far vedere tutti i simboli dei partiti da cui è composto ci vuole una gigantografia. Siamo sicuri si veda nella scheda elettorale?

- quattro tizi a Roma hanno cercato di scavare un tunnel sotterraneo per entrare chissà dove e sono rimasti intrappolati. Non so dove finisca il genio ed inizia la follia. Di certo è forse il caso si guardino un po’ meno serie tv

- dovete sapere che oggi Letta, alla presentazione del simbolo di “democratici e progressisti”, ha già iniziato a impostare le dichiarazioni per il giorno successivo al voto. Quando cioè il centrodestra vincerà, pare, a mani basse sommando Lega, Fdi, Fi e centristi, Letta dirà che la sua è stata “la lista elettorale più votata”. Il che può darsi, visto che mette insieme Pd, Articolo 1 e Demos e dunque potrebbe superare, di poco, Fdi. Però, fatemelo dire, alla fine è solo una supercazzola

- dalle campagne elettorali in treno e camper, siamo arrivati a quelle in minibus elettrico del Pd. Esatto: minibus elettrico. “Gli incontri saranno scanditi dalle colonnine della ricarica”, ha detto. Siamo messi davvero male

- Renzi la tocca piano su Letta. Se le sue capacità strategiche - ha dichiarato l’ex premier alla Versiliana di Marina di Pietrasanta - sono quelle che sto vedendo e visto che si vocifera che vorrebbe un incarico alla Nato, se ci riuscisse ci troveremmo i russi fino in Portogallo in un paio di giorni”. E fortuna che tra loro non c'erano rancori personali

- occhio Letta, perché lo "stai sereno" tra poco te lo dice Bonaccini. Se perdi male le elezioni, già mi immagino l'ennesimo cambio di segretario dem. E il più indicato è proprio il governatore dell'Emilia Romagna. Devo dire una cosa: almeno sul modo di vestirsi, sarebbe un passo avanti

- a Calenda non è mai piaciuto il metodo di Renzi. L'ha detto e ridetto in tutte le sedi. Oggi però ci ha fatto un accordo. Se l'è dimenticato? No, ovviamente. Ma in campagna elettorale occorre fare di necessità virtù. Il problema, in fondo, non sono i ripensamenti né le idee che espongono. Il vero dramma sono le personalità. Renzi e Calenda sono due galli politici e, si sa, due galli nello stesso pollaio non possono convivere a lungo. Alla prima "mossa del cavallo" di Matteo, Carlo si incazzerà, twitterà qualcosa e il presunto Terzo Polo verrà giù come una slavina. Uniti alle urne, separati ben presto in Parlamento. Scommettiamo?

- cioè quindi Bettini, dopo aver sostenuto Conte ai tempi dei vari Dpcm, si dice preoccupato perché in caso di vittoria delle destra ci sarebbe una “svolta autoritaria e illiberale”. Siamo seri?

- secondo Bettini,

Calenda e Virginia Raggi ci sono tutti i presupposti perché, chiuse le urne, Pd e M5S tornino a parlarsi. Conte dice di no, ma precisa "per il momento". Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano

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