Spunta una "mappa lockdown" Quali città rischiano la serrata

Il consigliere del ministro della Salute vorrebbe "chiusure mirate, con precisione chirurgica". E avverte: "Con l'infuenza rischiamo il disastro"

Spunta una "mappa lockdown" Quali città rischiano la serrata

Le misure prese "vanno bene per tutto il Paese", ma in alcune aree la curva esponenziale dei contagi è talmente forte che per evitare che tra due settimane vengano prese d'urgenza altre misure è assolutamente necessario farlo ora. Lo sostiene a gran voce Walter Ricciardi, che punta l'attenzione sulle aree specifiche dell'Italia piuttosto che sulle Regioni in generale: "Io non parlerei di Lombardia, ma per esempio di Milano. Non parlerei di Campania, ma parlerei di Napoli e di alcune aree metropolitane. Comincerei a preoccuparmi per Roma". Ecco perché vorrebbe procedere a delle chiusure mirate, ovvero lockdown, "con precisione chirurgica". E questo rafforzando significativamene le decisioni prese dal governo e chiudendo alcune attività.

Il consigliere del ministro della Salute per l'emergenza Coronavirus si è detto molto preoccupato dalla situazione: la crescita esponenziale spesso significa che dopo un certo punto il raddoppio dei casi si ha ogni due o tre giorni. "Tu ti puoi trovare un inizio settimana con mille casi e alla fine delle due successive con 3-4-5mila casi". Ha promosso il nuovo Dpcm: nello specifico trova giusta la decisione di mettere "una sorta di mattonella" più alta rispetto al passato e questo potrebbe andar bene nel nostro Paese, visto che vi sono aree che ancora non hanno una crescita esponenziale. Tuttavia potrebbe non bastare in quei territori specifici per cui sarebbe forte la necessità di integrare misure più stringenti: "Perché, quando tu hai una città che ha già migliaia di casi, significa che sei alla vigilia di una pressione enorme sui tuoi sistemi sanitari e questo lo devi evitare".

La previsione sul Natale

Nell'intervista rilasciata a La Repubblica, l'ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica di Roma ha provato a spiegare le cause del rapido aumento delle nuove positività degli ultimi giorni: le motivazioni andrebbero trovate nell'ambito ricreativo, serate fuori, movida, assembramenti in circoli, palestre, manifestazioni varie, trasporti pubblici e trasmissione intrafamiliare. "Così in certe zone del Paese si è perso il controllo, la crescita dei casi non è più lineare, ma esponenziale", ha spiegato. Poi ha sottolineato che non bisogna abbassare la guardia e ribadito che un dato di fatto deve farci preoccupare: in alcuni casi arrivano i pazienti Covid e gli altri malati vengono espulsi dall'ospedale, mentre c'è il ritorno delle infezioni tra il personale sanitario. Tutto ciò nonostante il freddo non sia ancora arrivato.

E quando arriverà inizieranno influenza e raffreddamenti. "A quel punto rischiamo il disastro". Infine, intervenuto ai microfoni di Agorà su Rai 3, si è espresso su quello che potrebbe accadere a Natale: "Dipende da quello che decidiamo in questo momento. È in questo momento che si prepara il Natale. Io ritengo che certi lockdown mirati vadano fatti subito, non bisogna aspettare Natale". Se si prenderanno opportunamente e proporzionatamente le misure giuste, "avremo un Natale quasi normale".

Se invece si temporeggerà e le norme efficaci non verranno prese, "vedremo nelle prossime due settimane un aumento esponenziale dei casi soprattuto in alcune aree del Paese". E a quel punto andranno prese delle decisioni durissime "molto più tardi e servirà molto più tempo".

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