L'Oms agli Stati membri: "Limitate la campagna vaccinale e date dosi ai Paesi più poveri"

L'Oms ha avanzato la proposta agli Stati Membri che sta dividendo l'opinione degli esperti italiani

L'Oms agli Stati membri: "Limitate la campagna vaccinale e date dosi ai Paesi più poveri"

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto agli Stati Membri di interrompere la campagna vaccinale sul proprio territorio, una volta somministrato il vaccino alle categorie più a rischio e ai sanitari. Ma perché questa richiesta? Il motivo non sarebbe la sicurezza del vaccino anti Covid, ma garantire una copertura “equa” a livello globale, ovvero fare in modo che arrivi il prima possibile nei Paesi più poveri, dove la situazione pandemica potrebbe non arrestarsi prima del 2024.

A riferirlo all'agenzia Agi è Margaret Harris, portavoce dell’Oms, che ha affermato: “Stiamo chiedendo ai Paesi membri che, una volta vaccinate queste categorie, garantiscano che le forniture a cui hanno avuto accesso siano assicurate anche ad altri”. La richiesta dell’Oms sarebbe quindi di natura morale e assicurare il diritto alla salute a tutti, senza disuguaglianze: “È chiaro che sia la cosa moralmente ed economicamente giusta da fare. Diverse analisi interessanti dimostrano che vaccinare il proprio Paese e poi rimanere seduti a dire 'stiamo bene' non funziona a livello economico. La frase 'nessun uomo è un'isola' si applica anche all'economia". La proposta dell’Oms si basa su uno studio che ha rilevato che gli 85 Paesi più poveri al mondo non raggiungeranno l'immunità di massa dal Covid-19 fino almeno al 2024 e in altri non verrà mai raggiunta.

Ma la richiesta fatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità non è stata accolta positivamente da tutti gli esperti italiani, i quali vedono la domanda avanzata come un passo indietro nella lotta al virus. Di parere favorevole si è detto Fabrizio Pregliasco, per il quale la proposta “è assolutamente da prendere in considerazione, Non possiamo dimenticare i Paesi più poveri. E non solo per una questione etica”. Ad essere contrario è invece il direttore delle Malattie infettive del Sacco di Milano, Massimo Galli, che ha parlato dei rischi di una vaccinazione lasciata a metà. "Interrompere una campagna vaccinale dopo aver immunizzato i sanitari, gli anziani e i fragili è dannoso", spiega Galli, che prosegue: “Capisco il problema e la preoccupazione dell'Oms, non voglio dare l'impressione di non volermi curare dei Paesi più poveri, ma è intuitivo che se le campagne vaccinali non vengono realizzate velocemente e in modo completo il problema e il rischio permangono".

L'infettivologo ha sottolineato che “Anzi, in questo modo è più probabile che possano emergere varianti resistenti agli anticorpi prodotti dal vaccino. Così come è avventurosa la linea della Gran Bretagna di somministrare la prima dose a più persone possibile, inoculando la seconda oltre i 21 giorni previsti da Pfizer, altrettanto rischioso sarebbe abbandonare una campagna a metà".

Per Galli quindi, l’immunizzazione globale si può ottenere solo producendo “uno sforzo socio-mondiale che passi per la costruzione di impianti farmaceutici o per il coinvolgimento di quelli già esistenti per un aumento della capacità di produzione".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica