Ricovero d'urgenza, si aggravano le condizioni dell'ex boss Cutolo

Il legale dell'uomo lamenta la scarsa tempestività da parte delle autorità competenti nel comunicare le notizie relative al ricovero ed alle condizioni di salute del suo assistito: "Noi riteniamo che non sia lucido"

Ricovero d'urgenza, si aggravano le condizioni dell'ex boss Cutolo

A causa di un aggravamento delle proprie condizioni di salute e di sopraggiunti problemi di natura respiratoria, l'ex boss della Nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo è stato trasferito dal carcere all'ospedale di Parma nel reparto destinato ai detenuti, dove si trova ricoverato dallo scorso giovedì.

Il 78enne, che soffre di varie patologie in grado di condizionare il quadro clinico complessivo, tra cui il diabete, risulta ancora recluso col regime del carcere duro, ovvero il 41-bis, destinato in particolar modo ai responsabili di reati di associazione per delinquere di stampo mafioso. Negli ultimi mesi Cutolo era stato costretto ad almeno due ricoveri d'urgenza all'interno della medesima struttura ospedaliera. Una situazione, questa, unita al fatto che si tratti di uno dei detenuti più anziani ristretti al 41-bis, che aveva spinto i familiari a chiedere a gran voce la revoca del regime del carcere duro, incompatibile con le delicate condizioni di salute e l'età avanzata dell'ex boss.

La notizia del più recente ricovero d'urgenza sarebbe stata comunicata ai familiari ed al legale solamente nel corso della giornata di ieri, un ritardo nella trasmissione di informazioni sullo stato di salute del 78enne contestato già altre volte in passato.

"Non sappiamo esattamente quali siano le sue condizioni", riferisce ad Ansa l'avvocato dell'ex boss Gaetano Aufiero. "Ci dicono che la situazione è sotto controllo, e continuano a sostenere che rifiuta di fare gli esami. Ma noi riteniamo che non sia lucido". Una deduzione che nasce da quanto accaduto lo scorso 22 giugno in occasione di un incontro tra il suo cliente e la moglie Immacolata Iacone. "Ho incontrato mio marito in carcere a Parma un mese fa, era previsto un colloquio normale attraverso il vetro, ma mi sono ritrovata davanti una persona 90enne con una bottiglia in mano, non parlava, non dava segni, è stato bruttissimo vederlo in quelle condizioni", aveva raccontato la donna come riportato su AdnKronos.

Sempre a giugno, tuttavia, il tribunale di sorveglianza di Bologna aveva respinto la richiesta del legale per il rinvio di esecuzione della pena a causa dello stato di salute di Cutolo. "Abbiamo chiesto ripetutamente al magistrato di sorveglianza di nominare un perito e non abbiamo risposte", lamenta ancora l'avvocato Aufiero.

"Ho nominato un consulente di parte, un geriatra di Parma, ma il direttore del carcere ha respinto l'autorizzazione alla visita per motivi di opportunità, che non capiamo quali siano.

Ho chiesto anche la possibilità di anticipare il colloquio mensile della moglie, previsto a fine mese, ai giorni di degenza, così che la moglie possa provare a convincerlo a fare gli esami e nemmeno questo viene autorizzato. Infine", conclude il legale, "ho sollecitato con una serie di atti la fissazione dell'udienza sul reclamo, a Roma, contro il 41 bis, e ancora niente".

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