Riina, i misteri che porta con sé

Rimangono a lui legati tanti misteri, della mafia e non solo

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Con Bernardo Provenzano, morto il 13 luglio 2016, formava la terribile e sciagurata coppia di Cosa nostra. Raffinati e brutali strateghi della ferocia. Totò Riina, morto oggi all'età di 87enne, è l'immagine più cruda e netta dell'anima nera e stragista della mafia, di cui è ritenuto ancora il capo indiscusso. Stava scontando 26 ergastoli e dal 1993 era recluso al 41 bis.

Dalle carceri di massima sicurezza ha continuato ad essere un simbolo suggestivo del potere di Cosa nostra, un riferimento concreto per l'organizzazione in difficoltà. Da lì ha continuato anche al lanciare editti di morte, come - nel novembre 2013 nei confronti del magistrato Nino Di Matteo. Rimangono a lui legati tanti misteri, della mafia e non solo. La presenza, a esempio, di eventuali mandati esterni e il coinvolgimento dei servizi segreti rimane al momento solo un'ipotesi investigativa, non provata, ma su cui non si molla la presa. Il procuratore di Caltanissetta Bertone ha avvertito che "ci sono ancora buchi neri".

Il riferimento è anche all'agenda rossa del giudice Borsellino, mai trovata, e alle indicazioni fornite in aula da un ufficiale dei carabinieri: "Elementi che pongono la necessità di riaffrontare questo tema, per una ulteriore attività che dovrà essere svolta".

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